Da
condividere solo con tutte le persone nate oggi!!
Poichè è
un giorno particolare!
21 Marzo
equinozio di primavera (le ore di Buio sono uguali alle ore di Luce).
Solo per
le persone nate oggi l’oroscopo celtico
Ha
riservato un albero speciale…….
La Quercia
è un albero sacro nell’astrologia celtica, in quanto è la pianta dalla quale i
druidi e i sacerdoti raccoglievano il vischio; le sue foglie crescono
tripartite. Le si attribuiva, nell’antichità,
proprietà
oracolari in quanto si riteneva possibile sperimentare nella sua ombra visioni
premonitrici. Le persone appartenenti a questo albero sono forti, intelligenti
e preferiscono la solitudine alla folla, le riflessioni filosofiche ai discorsi
futili. Spesso la loro vita si svolge e viene organizzata secondo il principio
della trinità (vive vicino a tre montagne, avrà tre figli, svolge
contemporaneamente tre attività). Con queste persone è difficile potersi
annoiare. Detestano il caos e inseguono un sogno in cui l’intero mondo diventi
esattamente come loro desiderano.
Solide e
maestose, non tornano mai sui loro passi, qualunque sia l’ostacolo che
incontrano; in generale godono di ottima salute. Intransigenti e poco
diplomatici, molto indipendenti, non sopportano limiti e ostacoli. Non amano
viaggiare, in quanto la stabilità è la loro forza.
La loro
intelligenza è concreta, lucida e dotata di intuizione. Per quanto riguarda le
amicizie, i nativi della Quercia sono fedeli e su di loro si può sempre contare
e fare affidamento. Si limitano a stringere rapporti solo con le persone che
hanno identità di vedute e di opinioni. Buoni i rapporti di amicizia con le
persone appartenenti all’abete. Per quanto riguarda la vita sentimentale, le
persone appartenenti alla quercia sono soggette ai colpi di fulmine. Gelose della
propria libertà non sopportano che si possa resistergli o interrompere il
rapporto. Nonostante la disinvoltura con la quale passano da una storia
all’altra, non abbandoneranno mai il focolare domestico, in quanto sono
conservatori e formalisti e non amano i cambiamenti radicali. Con l’età, si
calmano e diventano partner tranquilli. Molto buona l’intesa con le persone appartenenti
all’abete e al cipresso.
Roverella
(Quercus pubescens Willa) (anche se nell’immagine è rappresentata la
Farnia Quercus peduncolata Eh.)
Del
genere Quercus, analizzeremo in maniera dettagliata la Roverella perché in
Italia è la specie più comune. Appartiene alla famiglia delle Fagaceae quindi è
imparentata col castagno e col faggio. Il frutto è in “achenio” protetto da un
involucro accrescente (una cupola, da cui il nome famiglia delle cupolifere).
Al genere Quercus sono ascritte circa 600 specie viventi nelle regioni
temperate dell’emisfero boreale. Si ipotizza che Quercus derivi dal celtico
Kaerquez, che significa bell’albero.
Questo
albero può raggiungere i 20-30 metri di altezza, eccezionalmente arriva a
toccare i 40 metri, spesso può assumere un portamento cespuglioso. Il suo
areale si estende dall’Europa meridionale (Spagna e Francia atlantica) fino
all’Asia Minore.
È una
pianta eliofila1, che vegeta
dalla pianura fino agli 800-1500 metri di quota in stazioni ben esposte
preferendo i terreni calcarei. Può formare boschi puri o misti con rovere,
cerro, carpino nero, ornello acero campestre e sorbo montano. È una specie
dotata di un rapido accrescimento
ed ha
una longevità di 500-700 anni circa. La roverella è caratterizzata da un fusto
diritto rivestito da una corteccia nerastra, rugosa e fessurata in piccole
placche. La chioma è disordinata e arrotondata. Le foglie sono decidue,
alterne, lunghe 6-10 cm con picciolo di 1,5 cm e densamente pelose sulla pagina
inferiore, ma che diventano quasi glabre2 con il passare dell’età. Hanno una forma, una lobatura e una
dimensione variabile. La fioritura si ha alla fine di maggio: i fiori maschili
formano glomeruli numerosi in amenti3, quelli femminili sono all’ascella delle foglie dei nuovi getti.
Il nome pubescens deriva dal fatto che gemme, foglie e rami nuovi sono
pubescenti (ricoperti da una peluria densa e sottile). Il frutto è una ghianda
lunga circa 2,5 cm, bruna lucida a maturità, rivestita nel terzo inferiore da
una cupola. Ogni pianta nell’antichità aveva un significato e
un
simbolo, la quercia rientrava tra gli alberi cosmici, cioè quegli alberi che
sono stati venerati e collegati alle divinità celesti già da popolazioni preistoriche.
La
quercia ha avuto sempre un ruolo importantissimo, infatti veniva chiamata dai
greci drus,
l’‘albero per eccellenza’ e non a caso fu associato a Zeus. Le statue di Zeus
erano coronate da rami di quercia con molte ghiande. Questa associazione rimase
anche tra i romani, visto che quando costruirono il tempio di Giove fu scelto
un luogo nei pressi di una Quercia sacra, e con rami di quercia erano
realizzate le corone che simboleggiavano il potere e il valore guerriero.
La
quercia viene citata anche in alcuni passi della Bibbia. Jahvé apparve ad
Abramo prima tra le querce di Morè, successivamente si ripresentò tra le querce
di Mamrè in triplice forma; questa apparizione fu riconosciuta dai cristiani
come quella della trinità. Tra le tante leggende che accompagnano la quercia ne
riporteremo solo alcune per rendere meglio l’idea della sua forza, longevità, saggezza
e fecondità.
Cinque
boscaioli impiegarono venti giorni per abbattere una quercia e nel momento in
cui la pianta iniziò a cedere i boscaioli si commossero.
Si
riteneva che la porta fatta dal legno di quercia allontanasse i guai dalle
famiglie e proteggesse dai fulmini, e che le stesse ghiande offrissero la
medesima protezione. Veniva considerato Albero della
Vita,
per la rinascita primaverile; era così che gli uomini prendevano consapevolezza
del passaggio dal mondo alla morte. Gli uomini, sotto gli alberi secolari, pregavano
e ringraziavano gli dèi affinché gli donassero ricchezza e li proteggessero
dalle insidie. Le ragazze mettevano le
ghiande
sotto il cuscino per sognare l’uomo che sarebbe divenuto il loro futuro marito.
La ghianda veniva anche impiegata come alimento per il bestiame, ma anche
l’uomo ne beneficiava. Infatti durante le carestie, le popolazioni ne ricavavano
il pane e il caffè, quest’ultimo utile per curare il rachitismo. Il tannino, di
cui è molto ricca la pianta, ha potere astringente, ed è utile per guarire la
tubercolosi polmonare e le emorroidi. Il decotto di foglie, corteccia e ghianda
ha proprietà antisettica e febbrifuga. Il legno è robusto, ma facile a
spaccarsi, ottimo combustibile; a lungo è stato impiegato per costruire
traverse ferroviarie.
1 Specie che vegeta solo
in condizioni di piena illuminazione.
2 Privo di peli.
3 Infiorescenza simile ad una spiga, ma provvista di un asse molle e
pendulo.
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