giovedì 31 marzo 2016

Da condividere con amici e amiche nati dal 1 al 10 Aprile (periodo di Luce)
Tratto da Alberologia www.alberologia.it

Il corniolo è un albero che l’astrologia celtica considera sacro perché fornisce la chiave per aprire la porta dell’Annwn (un mondo pieno di felicità il cui ingresso è difeso da un Drago) solo a coloro che sanno interpretare correttamente il simbolo del suo frutto, lungo e rosso. Le persone appartenenti a quest’albero spesso sono taciturne e vivono in solitudine anche all’interno della famiglia. Trascorrono la maggior parte del tempo tranquille, però se sentono la minima intrusione nella propria intimità reagiscono prontamente. Molto esigenti con le persone che stanno loro accanto, amanti di battaglie eccezionali, si annoiano molto spesso trovando priva di interesse la gente che li circonda. Sono indipendenti e svolgono le loro occupazioni quotidiane in attesa dell’arrivo nella loro vita di quella persona che li aiuterà a realizzare il loro essere più profondo (l’Eroe). Quando ciò avverrà,
tutte le loro attività si incentreranno nell’amore e nella comunione con questa persona.
Per quanto riguarda le amicizie, i nativi del corniolo intrattengono rapporti stretti con un certo numero di persone, malgrado la loro naturale tendenza alla solitudine. Non fanno mai il primo passo e,
apparentemente, possono sembrare freddi, indifferenti o timidi. Molto buoni i rapporti di amicizia con le persone appartenenti al Fico. Per quanto riguarda la vita sentimentale, le persone appartenenti al Corniolo sono affascinanti, aperte e disponibili ai piaceri dell’amore. Buona l’intesa con le persone appartenenti al Frassino e al Tiglio; queste ultime sedurranno il Corniolo con le loro continue metamorfosi e il loro umorismo. Amante mutevole e dalle infinite risorse, il Corniolo è capace
sempre di stupire e di conquistare. Sconsigliati i rapporti con le persone appartenenti al Salice.

Corniolo (Cornus mas L.)

Questo albero raggiunge generalmente i 5-6 metri di altezza, eccezionalmente tocca i 10 metri, ma spesso assume un portamento cespuglioso. Originario dell’Europa centrale e sud orientale, il suo areale si estende dalla Spagna al Caucaso, in Italia manca solo nelle isole. Appartiene alla famiglia delle Cornaceae. Vegeta fino ai 1400 metri s.l.m., si consocia bene con roverella, carpinella e castagno prediligendo i suoli calcarei.
È un albero con una longevità di circa 300 anni. Il fusto è corto, leggermente flessuoso e allargato alla base, rivestito da una corteccia sottile e screpolata di colore bruno-rossastro, come anche i rami. La chioma ha un portamento regolare, globosa ed espansa orizzontalmente. Le foglie sono decidue, opposte, picciolate con apici acuminati. Sono ovate e possono essere lunghe fino a 10 cm. La fioritura è molto precoce, avviene tra febbraio e marzo prima della comparsa delle foglie. I fiori si presentano gialli. Il frutto è una drupa commestibile rosso corallo lungo circa 2 cm. È una specie con scarse proprietà nettarifere (proprietà di secernere nettare). Il legno è il più duro e resistente presente
in Europa, tanto è vero che già i romani e i greci lo utilizzavano per costruire armi come lance, frecce e giavellotti. Nell’antichità, per dichiarare guerra veniva scagliato nel territorio nemico un giavellotto in
legno di corniolo con la punta in ferro. Si narra che la lancia scagliata da Romolo sul colle per prenderne possesso fosse fatta di corniolo. Nessuno riuscì ad estrarre la lancia dal suolo e nella primavera successiva la lancia germogliò dando origine ad una nuova pianta. L’evento
lasciò tutti esterrefatti, per questo l’albero divenne sacro e fu custodito e protetto con amore.
Il legno di corniolo è stato usato anche per costruire le ruote dei carri, utensili soggetti a notevole usura quali forche, cunei, perni, ombrelli, pipe, bastoni e manici di ombrello. Grazie ai suoi frutti commestibili, è stato un albero molto apprezzato sia dagli aristocratici che dai contadini. I frutti trovano utilizzazione per preparare dolci, confetture, gelatine, salse e liquori, se ancora acerbo per preparare conserve, sotto spirito o in salamoia come le olive; è consumato fresco solo una volta maturo.
Grazie alla sua bellezza estetica durante la fioritura, ma anche per merito dei suoi frutti, spesso il corniolo viene coltivato come pianta ornamentale e come siepe nei giardini.
I frutti non molto maturi hanno un’azione tonico-astringente da usare per l’enterite, per curare le malattie della pelle e per dolori articolari. La polvere derivata dall’essiccazione di foglie, radici, germogli e corteccia svolge un’azione cicatrizzante e antisettica per le ferite e antinfiammatoria
del seno delle donne gravide. Il decotto della corteccia, aiuta a curare la febbre e la diarrea. La polpa del frutto viene usata come astringente per le pelli grasse.


domenica 27 marzo 2016

Da condividere con amici e amiche nati dal 22 al 31 Marzo (periodo di Luce)
Tratto da Alberologia  www.alberologia.it

Il nocciolo è un albero collegato alla costellazione della Corona Boreale, la quale ha permesso all’Eroe Terrestre di ritornare al mondo della luce solare dopo il suo viaggio nel mondo dei morti. Il suo frutto, all’esterno apparentemente duro, è al suo interno delizioso e il suo ramo, grosso come un dito, è così flessibile da potersi curvare sino a formare un cerchio perfetto.
Chi nasce sotto questo albero presenta una personalità che è uno strano miscuglio di presenza e assenza. Non si fa particolarmente notare e quasi non ci si accorge di lui. Ma, una volta avvicinato, è difficile rimanere insensibili al fluido che sprigiona. Dotato di poteri paranormali (divinazione, premonizione, viaggi in universi al di là del mondo visibile), è spesso molto angosciato fino a quando non ha riconosciuto, accettato e sviluppato i propri poteri parapsichici o metapsichici. In lui
è molto forte il senso di giustizia e ha una natura mistica con la quale combatte quotidianamente perché non è riuscito a trascendere la propria parte umana e terrena.
Il Nocciolo ha fascino e intelligenza acutissima. Apparentemente, ha un’aria attenta e dimostra interesse verso il suo interlocutore, mentre in realtà pensa ad altro. Fine psicologo, è molto abile nell’indovinare i pensieri segreti degli altri e non si fa scrupoli nell’usare questa sua dote, nel bene e nel male. Essendo un razionale, i suoi ragionamenti sono meravigliosamente logici e mescolano scienza e magia, confondendo l’una con l’altra. La sua intelligenza è sottile e intuitiva. Impara
con una tale facilità da ritenere di conoscere già benissimo la materia trattata. Lo sostengono una memoria prodigiosa e una grande capacità di adattamento alle varie situazioni. Potrebbe diventare un geniale truffatore. Per quanto riguarda le amicizie, il Nocciolo è molto comunicativo e si trasforma in funzione delle situazioni nelle quali si trova.
Tra amici cari e positivi, irradia mille fuochi ed è brillante come una stella. Pertanto, ha un sacco di amici intimi perché solo se lo vuole, sa rendersi simpatico e farsi amare. Se è circondato da persone negative, male intenzionate, che non l’apprezzano, può essere cattivo e persino diabolico.
Per fortuna, impara abbastanza presto a fare le proprie scelte e a circondarsi delle persone giuste. Ottimi i rapporti di amicizia con le persone appartenenti all’acero che sono i suoi amici per eccellenza e con i quali si può creare un potente legame affettivo. La sua vita sentimentale
è imprevedibile, in quanto può essere il migliore o il peggiore dei partner, dolce e affascinante o indifferente e odioso, e non si sa mai quale può essere il suo atteggiamento. In realtà, egli dimostra tanto fervore sentimentale, ma le sue esigenze sono tali, soprattutto per quanto riguarda l’unione spirituale, che bisogna quasi arrivare ad un rapporto stabile affinché la relazione possa iniziare. La migliore intesa sentimentale può aversi con il Melo, il Salice e il Tiglio.
I ritmi della vita di questi nativi sono il risultato dell’alternanza dell’energia in movimento e del riposo, del giorno e della notte e la loro forza è sempre in agguato per la gioia dei loro partners amorosi.
Dotati di un’intelligenza razionale, dunque molto pratica, hanno in genere un carattere calmo e delicato, incapace di mentire e di sembrare troppo diplomatici. Molto buoni i rapporti di amicizia anche con le persone appartenenti al castagno.


Nocciolo (Corylus avellana L.) Arale

L’albero del nocciolo (Corylus avellana) generalmente non supera i 5-6 metri di altezza e spesso assume un portamento arbustivo. È dotato di una spiccata facoltà pollonifera. In un recente passato faceva parte della famiglia delle Corylaceae, (il cui nome deriva da corylus, in greco koris, elmo, per la somiglianza con l’involucro che riveste il frutto);
ora è classificato nella famiglia delle Betulaceae, in una sottofamiglia detta Coryloideae vivente nell’emisfero nord, presente con una quindicina di specie del suo genere. Il termine avellana si riferisce alla diffusione nella zona di Avellino.
Il suo areale si estende dall’Europa fino all’Asia occidentale. È una specie idrofila1, mediamente sciafila2, predilige le stazioni fresche di montagna fino ai 1500 metri di altitudine. È una specie considerata pioniera e molto frugale, preferisce terreni calcarei, freschi e profondi.
È tipica dei sottoboschi, raramente forma popolamenti puri, in quanto nella maggior parte dei casi si consocia con la betulla e il pioppo tremolo.
È poco longeva, può vivere 60-70 anni circa. Il Nocciolo è caratterizzato da un fusto sottile e slanciato, rivestito da una corteccia grigia, liscia e lucente. La chioma è fitta, ampia e irregolare con ramificazioni un po’ ricadenti verso l’estremità.
Le foglie sono decidue, alterne, lunghe 6-10 cm, la pagina superiore è verde e poco pelosa, quella inferiore è più chiara. È una pianta monoica3 in infiorescenze, cioè con particolare disposizione dei fiori e brattee raggruppati su ramificazioni della pianta. Gli amenti4 maschili sono gialli, lunghi 6-8 cm, quelli femminili sono simili a delle gemme.
Il frutto è un diclesio5, il cui pericarpio6 legnoso contiene un seme dolce e oleoso. È una specie mellifera molto gradita dalle api. La forma sferica del frutto ricorda la luna, quindi in passato veniva associato alle divinità femminili.
Il nocciolo appartiene a quel gruppo di alberi definiti fatati, perché in grado di compiere magie. Molte sono le leggende che riguardano questa pianta, ne riporteremo solo alcune. Si narra che le streghe usassero dei ramoscelli di nocciolo per individuare i tesori nascosti.
Il rametto si piegava per indicare il luogo della sepoltura. Oltre che per la ricerca del tesoro, i rametti venivano usati per individuare le riserve d’acqua sotterranee. Tra le leggende anche quella che fa rifugiare la Madonna in un cespuglio di nocciolo, per proteggersi da un serpente.
Questo episodio si riallaccia alla tradizione romana e greca: se un serpente veniva toccato da un ramo rimaneva intontito fino alla morte.
Anche per questo i pastori abruzzesi, durante le transumanze, costruivano bastoni dal legno del nocciolo. Inoltre, si racconta che la vigilia di Natale un ramo messo sul camino potrebbe trasformarsi in oro.
È una pianta, il nocciolo, che viene coltivata essenzialmente per produrre i frutti. L’Italia è il secondo produttore mondiale dopo la Turchia. Il suo legno non è di ottima qualità, viene usato come combustibile, per paleria, bastoni, cerchi per botti. I rami flessibili venivano impiegati per costruire verghe e stuoie. Il carbone di nocciolo è ottimo per realizzare polvere da sparo e carboncini per disegnare. La nocciola è un importante fonte di alimentazione perché è un frutto calorico, ricco di vitamine e altri elementi minerali. Può essere utilizzato fresco, oppure impiegato per realizzare croccanti o torroni, cioccolatini, biscotti, confetti e le note creme di nocciola, industriali e non, dalla
radice inglese nut (da qui Nutella!)
Le foglie sono usate come foraggio, ma hanno anche proprietà medicinali. In passato gli impacchi aiutavano a far passare i dolori reumatici. L’infuso della corteccia ha proprietà astringenti, diaforetiche, antiemorragiche, febbrifughe, dimagranti. La nocciola che è un tonificante
intestinale, tostata, cura la tosse e contrasta la calvizie. Inoltre, l’olio estratto dal seme aiuta a guarire le affezioni polmonari, le varici, le dermatiti.

1 Specie che necessita di un costante apporto idrico.
2 Specie che tollera l’ombreggiamento.
3 Pianta con presenza contemporanea di fiori maschili e femminili.
4 Infiorescenze pendule formate da una spiga di fiori unisessuati con asse flessibile.
5 Frutto semplice costituito dal pericarpo carnoso o secco protetto da un involucro
legnoso.
6 Parte del frutto che circonda il seme.



domenica 20 marzo 2016

Da condividere solo con tutte le persone nate oggi!!
Poichè è un giorno particolare!
21 Marzo equinozio di primavera (le ore di Buio sono uguali alle ore di Luce).
Solo per le persone nate oggi l’oroscopo celtico
Ha riservato un albero speciale…….

La Quercia è un albero sacro nell’astrologia celtica, in quanto è la pianta dalla quale i druidi e i sacerdoti raccoglievano il vischio; le sue foglie crescono tripartite. Le si attribuiva, nell’antichità,
proprietà oracolari in quanto si riteneva possibile sperimentare nella sua ombra visioni premonitrici. Le persone appartenenti a questo albero sono forti, intelligenti e preferiscono la solitudine alla folla, le riflessioni filosofiche ai discorsi futili. Spesso la loro vita si svolge e viene organizzata secondo il principio della trinità (vive vicino a tre montagne, avrà tre figli, svolge contemporaneamente tre attività). Con queste persone è difficile potersi annoiare. Detestano il caos e inseguono un sogno in cui l’intero mondo diventi esattamente come loro desiderano.
Solide e maestose, non tornano mai sui loro passi, qualunque sia l’ostacolo che incontrano; in generale godono di ottima salute. Intransigenti e poco diplomatici, molto indipendenti, non sopportano limiti e ostacoli. Non amano viaggiare, in quanto la stabilità è la loro forza.
La loro intelligenza è concreta, lucida e dotata di intuizione. Per quanto riguarda le amicizie, i nativi della Quercia sono fedeli e su di loro si può sempre contare e fare affidamento. Si limitano a stringere rapporti solo con le persone che hanno identità di vedute e di opinioni. Buoni i rapporti di amicizia con le persone appartenenti all’abete. Per quanto riguarda la vita sentimentale, le persone appartenenti alla quercia sono soggette ai colpi di fulmine. Gelose della propria libertà non sopportano che si possa resistergli o interrompere il rapporto. Nonostante la disinvoltura con la quale passano da una storia all’altra, non abbandoneranno mai il focolare domestico, in quanto sono conservatori e formalisti e non amano i cambiamenti radicali. Con l’età, si calmano e diventano partner tranquilli. Molto buona l’intesa con le persone appartenenti all’abete e al cipresso.

Roverella (Quercus pubescens Willa) (anche se nell’immagine è rappresentata la Farnia Quercus peduncolata Eh.)
 
Del genere Quercus, analizzeremo in maniera dettagliata la Roverella perché in Italia è la specie più comune. Appartiene alla famiglia delle Fagaceae quindi è imparentata col castagno e col faggio. Il frutto è in “achenio” protetto da un involucro accrescente (una cupola, da cui il nome famiglia delle cupolifere). Al genere Quercus sono ascritte circa 600 specie viventi nelle regioni temperate dell’emisfero boreale. Si ipotizza che Quercus derivi dal celtico Kaerquez, che significa bell’albero.
Questo albero può raggiungere i 20-30 metri di altezza, eccezionalmente arriva a toccare i 40 metri, spesso può assumere un portamento cespuglioso. Il suo areale si estende dall’Europa meridionale (Spagna e Francia atlantica) fino all’Asia Minore.
È una pianta eliofila1, che vegeta dalla pianura fino agli 800-1500 metri di quota in stazioni ben esposte preferendo i terreni calcarei. Può formare boschi puri o misti con rovere, cerro, carpino nero, ornello acero campestre e sorbo montano. È una specie dotata di un rapido accrescimento
ed ha una longevità di 500-700 anni circa. La roverella è caratterizzata da un fusto diritto rivestito da una corteccia nerastra, rugosa e fessurata in piccole placche. La chioma è disordinata e arrotondata. Le foglie sono decidue, alterne, lunghe 6-10 cm con picciolo di 1,5 cm e densamente pelose sulla pagina inferiore, ma che diventano quasi glabre2 con il passare dell’età. Hanno una forma, una lobatura e una dimensione variabile. La fioritura si ha alla fine di maggio: i fiori maschili formano glomeruli numerosi in amenti3, quelli femminili sono all’ascella delle foglie dei nuovi getti. Il nome pubescens deriva dal fatto che gemme, foglie e rami nuovi sono pubescenti (ricoperti da una peluria densa e sottile). Il frutto è una ghianda lunga circa 2,5 cm, bruna lucida a maturità, rivestita nel terzo inferiore da una cupola. Ogni pianta nell’antichità aveva un significato e
un simbolo, la quercia rientrava tra gli alberi cosmici, cioè quegli alberi che sono stati venerati e collegati alle divinità celesti già da popolazioni preistoriche.
La quercia ha avuto sempre un ruolo importantissimo, infatti veniva chiamata dai greci drus, l’‘albero per eccellenza’ e non a caso fu associato a Zeus. Le statue di Zeus erano coronate da rami di quercia con molte ghiande. Questa associazione rimase anche tra i romani, visto che quando costruirono il tempio di Giove fu scelto un luogo nei pressi di una Quercia sacra, e con rami di quercia erano realizzate le corone che simboleggiavano il potere e il valore guerriero.
La quercia viene citata anche in alcuni passi della Bibbia. Jahvé apparve ad Abramo prima tra le querce di Morè, successivamente si ripresentò tra le querce di Mamrè in triplice forma; questa apparizione fu riconosciuta dai cristiani come quella della trinità. Tra le tante leggende che accompagnano la quercia ne riporteremo solo alcune per rendere meglio l’idea della sua forza, longevità, saggezza e fecondità.
Cinque boscaioli impiegarono venti giorni per abbattere una quercia e nel momento in cui la pianta iniziò a cedere i boscaioli si commossero.
Si riteneva che la porta fatta dal legno di quercia allontanasse i guai dalle famiglie e proteggesse dai fulmini, e che le stesse ghiande offrissero la medesima protezione. Veniva considerato Albero della
Vita, per la rinascita primaverile; era così che gli uomini prendevano consapevolezza del passaggio dal mondo alla morte. Gli uomini, sotto gli alberi secolari, pregavano e ringraziavano gli dèi affinché gli donassero ricchezza e li proteggessero dalle insidie. Le ragazze mettevano le
ghiande sotto il cuscino per sognare l’uomo che sarebbe divenuto il loro futuro marito. La ghianda veniva anche impiegata come alimento per il bestiame, ma anche l’uomo ne beneficiava. Infatti durante le carestie, le popolazioni ne ricavavano il pane e il caffè, quest’ultimo utile per curare il rachitismo. Il tannino, di cui è molto ricca la pianta, ha potere astringente, ed è utile per guarire la tubercolosi polmonare e le emorroidi. Il decotto di foglie, corteccia e ghianda ha proprietà antisettica e febbrifuga. Il legno è robusto, ma facile a spaccarsi, ottimo combustibile; a lungo è stato impiegato per costruire traverse ferroviarie.

1 Specie che vegeta solo
in condizioni di piena illuminazione.
2 Privo di peli.
3 Infiorescenza simile ad una spiga, ma provvista di un asse molle e pendulo.


giovedì 10 marzo 2016

Da condividere con amici e amiche nati dal’11 al 20 Marzo (periodo di Buio)
Tratto da Alberologia ==èwww.alberologia.it


Il tiglio è un albero che produce piccoli fiori dal sapore gradevole e dalle proprietà sedative; dal tiglio si produce il miele. Le persone nate sotto questo albero presentano una personalità che può essere tranquillizzante come una carezza materna oppure pericolosa, quindi rassicurante oppure perturbante. I ritmi della vita di questi nativi sono il risultato dell’alternanza dell’energia in movimento e del riposo, del giorno e della notte e la loro forza è sempre in agguato per la gioia dei loro partner amorosi. Dotati di un’intelligenza razionale, dunque molto pratica, hanno in genere un carattere calmo e delicato, incapace di mentire e di sembrare troppo diplomatici.
Per quanto riguarda le amicizie, i nativi del tiglio sono persone che, anche se apparentemente superficiali, in realtà sono generose e affezionate.
Vivono per gli altri e si preoccupano costantemente per i problemi e gli affari delle persone a loro vicine. Non abbandonano mai i propri amici e sono sempre a loro disposizione. Molto buoni i rapporti di amicizia con le persone appartenenti al castagno e all’acero.
Per quanto riguarda la vita sentimentale, il tiglio è un amante imprevedibile, appassionato o casto per periodi interminabili, incostante oppure infedele. Si affeziona fortemente al proprio partner pur lasciandolo libero, ma proverà una gelosia feroce temperata da una straordinaria capacità di chiudere un occhio per le eventuali scappatelle del partner. A volte può inondare d’amore il proprio partner divenendo soffocante. Buona l’intesa con le persone appartenenti alla Betulla, all’Acero e al Castagno, le quali si lasciano condurre da lui. tuttavia, per un amore durevole è molto meglio intessere una relazione con il Pino e, ancor di più, con il Corniolo.

Il Tiglio selvatico (Tilia ulmifolia Scop.)


Questo albero può raggiungere i 20-30 metri di altezza, eccezionalmente arriva a toccare i 40 metri. È una pianta originaria dell’Europa centro meridionale, del Caucaso e dell’Asia Minore. In Italia manca solo in Sardegna. Appartiene alla famiglia delle tiliaceae che racchiude oltre settanta specie di alberi ed arbusti presenti nel vecchio continente.
Il nome tiglio deriva dal greco pliton, propriamente, ala della brattea che accompagna il grappolo di capsule dei frutti e ne facilita la disseminazione ad opera del vento. È una specie che vegeta bene dal livello del mare fino a 1200 metri di quota, in particolare su terreni freschi e leggermente acidi in ambienti umidi. Si consocia con carpino, farnia, olmo campestre e montano, ontano nero, frassino, acero montano e faggio. Il tiglio ha un rapido accrescimento ed è anche molto longevo, può raggiungere i 600-800 anni di vita; ha un fusto slanciato e diritto, rivestito da una corteccia argentea, liscia da giovane, fessurata in solchi longitudinali negli esemplari adulti. La chioma è cupolare, ampia e con una fitta ramificazione.
Le foglie sono lunghe dai 6 ai 12 cm, sono decidue, alterne, con picciolo pubescente1. Entrambe le pagine possono essere pelose, quella superiore è verde scuro, quella inferiore è più chiara.
I fiori sbocciano a fine giugno, e sono portati a 1-6 in cime pendule, sono profumati e giallognoli. Il frutto è una pseudosamara2 con pericarpo3 subgloboso e piriforme, con guscio spesso rivestito da peli. È una specie “mellifera” che ha una buona proprietà nettarifera, dalla quale si ottiene un miele di buona qualità e profumato, grazie all’odore che emanano i fiori.
Il tiglio era considerato sacro e, nei villaggi, venivano prese le decisioni pubbliche più importanti sotto un grande albero. Il tiglio veniva piantato per l’ombra prodotta dalla chioma e per il profumo dei suoi fiori, già nell’antica Roma. Proprio per il suo profumo, era diventato per i greci simbolo di femminilità, per questo credevano che l’albero nascesse da una ninfa. Infatti, la leggenda narra che Filira, figlia di Oceano, ebbe una relazione con Crono.
I due vennero colti in flagrante da Rea, moglie di Crono, il quale per scappare si trasformò in un cavallo. Dalla relazione clandestina nacque Chirone, un bambino metà uomo e metà cavallo. La madre, Filira, vergognandosi dell’accaduto, chiese al padre di essere trasformata in un albero, che prese il nome di tiglio.
Chirone avendo ereditato le capacità curative della madre che si era trasformata in un tiglio, divenne un grande curatore. Infatti, il tiglio possiede molte proprietà officinali. I fiori possiedono proprietà sedative perché contengono un’essenza aromatica a base di magnesio. Gli infusi dei fiori hanno anche proprietà diuretiche, depurative del sangue, antisclerotiche e diaforetiche (favorisce la sudorazione); con un effetto tonificante se nell’infuso vengono aggiunte delle gocce di limone. Inoltre i fiori e la corteccia hanno la capacità di ridurre la viscosità del sangue, per questo prevengono infarti e trombosi. Le foglie e la corteccia cotte insieme alla sugna erano ritenute ottime per curare i foruncoli. Invece cotte nell’acqua, utili per piaghe, emorroidi ed infiammazioni gastrointestinali. Hanno anche proprietà emollienti, anticatarrali, antiasmatiche e ipnotiche.
Le foglie, ricche di azoto, erano anche usate come foraggio. La corteccia e i rametti che sono molto fibrosi, venivano impiegati per costruire legacci, canapi, stuoie e corde. Il tiglio, essendo resistente all’inquinamento della città, viene impiegato come pianta ornamentale lungo i viali. l tiglio è un albero che produce piccoli fiori dal sapore gradevole e dalle proprietà sedative; dal tiglio si produce il miele. Le persone nate sotto questo albero presentano una personalità che può essere tranquillizzante come una carezza materna oppure pericolosa, quindi rassicurante oppure perturbante.
I ritmi della vita di questi nativi sono il risultato dell’alternanza dell’energia in movimento e del riposo, del giorno e della notte e la loro forza è sempre in agguato per la gioia dei loro partner amorosi. Dotati di un’intelligenza razionale, dunque molto pratica, hanno in genere un carattere calmo e delicato, incapace di mentire e di sembrare troppo diplomatici.
Per quanto riguarda le amicizie, i nativi del tiglio sono persone che, anche se apparentemente superficiali, in realtà sono generose e affezionate. Vivono per gli altri e si preoccupano costantemente per i problemi e gli affari delle persone a loro vicine. Non abbandonano mai i propri amici e sono sempre a loro disposizione. Molto buoni i rapporti di amicizia con le persone appartenenti al castagno e all’acero.
Per quanto riguarda la vita sentimentale, il tiglio è un amante imprevedibile, appassionato o casto per periodi interminabili, incostante oppure infedele. Si affeziona fortemente al proprio partner pur lasciandolo libero, ma proverà una gelosia feroce temperata da una straordinaria capacità di chiudere un occhio per le eventuali scappatelle del partner. A volte può inondare d’amore il proprio partner divenendo soffocante. Buona l’intesa con le persone appartenenti alla Betulla, all’Acero e al Castagno, le quali si lasciano condurre da lui. tuttavia, per un amore durevole è molto meglio intessere una relazione con il Pino e, ancor di più, con il Corniolo.

1 Ricoperto da una peluria densa e sottile.
2 Frutto semplice indeiscente (che non si apre) con esocarpo provvisto di espansioni
alari, lungo una o due volte il pericarpo.
3 La parte del frutto che circonda i semi.