mercoledì 24 agosto 2016

Per augurare buon compleanno ad amici ed amiche nati dal 24 Agosto al 2 Settembre (periodo di Luce)
L’oroscopo degli Alberi
Tratto da ALBEROLOGIA di Antonio de Bona  www.alberologia.it

Il Pino, secondo l’astrologia celtica, è l’albero associato al personaggio mitologico dell’Uomo Serpente, una strana creatura nata dal contatto dello sperma del dio fabbro Goibniu e del sudore della
bella dea protettrice dei fabbri e dei medici Brigit con la terra. L’associazione di questa pianta all’Uomo Serpente è dovuta al fatto che il Pino ha radici che molto spesso affiorano in superficie assomigliando a code di serpenti.
Le persone nate sotto questo albero presentano una personalità originale, possiedono forza fisica e abilità manuale, un carattere passionale e irascibile e debole capacità a resistere ai propri desideri. La morte non fa paura al Pino, in quanto morire significa semplicemente ritornare all’interno della matrice da cui proviene. Piuttosto taciturne, le persone appartenenti a questo albero hanno un carattere imprevedibile che cambia in funzione dello scopo che si propongono di perseguire.
Molto coraggioso, il Pino sopporta dignitosamente le avversità; il suo gusto per il rischio, unito a una grande audacia fanno di lui un essere che va avanti e brucia le tappe. Può emergere in tutti i campi.
È forte e non si lascia abbattere, riuscendo a cavarsela dalle situazioni più spinose senza lasciarci troppo le penne. «Amante della casa, dei bei mobili e degli oggetti preziosi e dotato di un grande gusto per l’arredamento, vive spesso in un ambiente molto gradevole, senza il quale non riuscirebbe ad esprimersi in modo compiuto. Del resto, sapendo quello che vuole, non accettando la vita come viene ma adattandola alle sue necessità, è difficile che non riesca a crearsi l’ambiente confortevole cui aspira. Il Pino è dotato di un’intelligenza lucida e organizzata. Un filosofo che rimette sempre in discussione la sua filosofia, un uomo di diritto che non ha vergogna delle proprie opinioni, un gran signore senza complessi di colpa». È anche un abile organizzatore, in quanto compie tutti gli sforzi che ritiene necessari per raggiungere il suo fine.
Per quanto riguarda le amicizie, le persone che appartengono al pino sono piene di risorse e di ingegno, riuscendo a trovare il modo per trasformare le situazioni più pesanti in occasioni per divertirsi e
soddisfare piaceri fuori dal comune. tutti le apprezzano perché sono sempre se stessi, a proprio agio nella vita. Riescono a sollevare gli amici dalle loro difficoltà perché non si fanno coinvolgere, restando calmi e non drammatizzando. Molto affiatata l’amicizia con l’Abete, con il quale trae vantaggio anche dalle situazioni più complesse.
Molto buoni anche i rapporti di amicizia con le persone appartenenti al Noce, in quanto condividono la ricerca del piacere. Il settore sentimentale interessa molto le persone appartenenti al Pino, in quanto
hanno un’indole molto passionale che si infiamma molto facilmente.
Non sapendo cosa significa la fedeltà monogamica, nel corso della vita il Pino ha numerose avventure amorose, perché l’unico modo di liberarsi di un desiderio è quello di cedere e di realizzarlo. Molto buona l’intesa con le persone appartenenti al Melo le quali, essendo molto sensuali e grandi amatori, hanno molta ammirazione e apprezzamento per il Pino. Le loro avventure possono anche concludersi con il matrimonio, dato che l’immaginazione può permettergli di andare d’accordo per creare una vita amorosa sempre diversa e piena di imprevisti.
Molto positiva anche l’unione con l’Abete in quanto è capace di avere una vita affettiva intensa e movimentata.




Pino marittimo (Pinus pinaster Aiton)


Tra le tante specie del genere Pinus (circa 90) presenti nell’emisfero nord, è stato preso in considerazione il Pino marittimo. È un albero sempreverde che raggiunge i 35 m di altezza.
L’areale di distribuzione del Pino marittimo, relativamente limitata, si estende nelle regioni mediterranee occidentali: nella Penisola Iberica, in Francia meridionale, dalla Corsica fino alle coste nord atlantiche, in Italia nelle coste liguri, tosco-emiliane e nella Sardegna settentrionale, dove è spontaneo in Gallura. Specie molto utilizzata negli interventi forestali, si è acclimatata su un areale molto più ampio di quello originario. Preferisce vegetare su suoli sciolti, acidi, ben areati e in particolare su sabbie litoranee. tra gli altri pini mediterranei è quello che resiste maggiormente al freddo, infatti vegeta fino agli 800 metri di altitudine.
È una specie termofila1, eliofila2 e xerofila3, gradisce i climi oceanici, sopporta i venti marini e resiste di conseguenza alla salsedine.
Gli incendi frequenti che si verificano nelle pinete stimolano la specie a ricolonizzare in fretta le aree bruciate. È un albero con una longevità di 150, massimo 200 anni. Il pino marittimo ha radici robuste e
sviluppate, il fusto tende a crescere curvo ed è rivestito da una corteccia di colore rosso vinoso all’interno, rosso-violaceo all’esterno, costituita da placche che si distaccano facilmente. La chioma negli esemplari giovani è conica e regolare, gradualmente diventa piramidale di colore verde scuro. Gli aghi si trovano a gruppi di due, appaiati e avvolti alla base da una guaina sottile e rigida; possono essere lunghi 15-20 cm, hanno una colorazione verde scuro, sono robusti, leggermente incurvati
e pungenti.
Il pino fiorisce alla fine di maggio: le infiorescenze4 maschili sono gialle, quelle femminili sono rosse e lunghe circa 2 cm. I coni chiamati anche strobili si trovano a gruppi di 2 o 3 subsessili non resinosi, leggermente asimmetrici con una lunghezza pari a 15-20 cm circa, di colore bruno lucente. È una specie che ha una capacità nettarifera scarsa. Il pino, essendo un albero sempreverde, nell’antichità era considerato dagli uomini, simbolo di immortalità ed eternità e veniva associato a divinità buone come Rea, la Grande Madre, grazie al profumo balsamico della pianta. Infatti, nell’antica Roma si svolgeva una festa dal 15 al 28 marzo in onore del Pino e, alla fine della celebrazione, il taglio di alcuni
pini simboleggiava il ricongiungimento con La Grande Madre.
L’albero di Pino è legato alla tradizione cristiana da una leggenda molto suggestiva, secondo cui Abramo consigliò ad un uomo peccaminoso di piantare tre tizzoni di legno e prendersene cura in modo da scontare le sue colpe. Questi tizzoni diventarono un cedro, un cipresso e un pino con i tronchi attorcigliati tra loro e le radici separate. Grazie a questa unione i tre alberi divennero la rappresentazione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Un bel giorno Salomone per costruire un
tempio decise di tagliare il legno di quell’albero, ma non riuscì a segarlo perché era molto resistente, allora decise di utilizzarlo come panca. La Regina Saba, in visita al tempio, ebbe un mancamento perché riuscì a prevedere che quel legno in futuro sarebbe stato utilizzato per costruire la croce di Gesù Cristo e rifiutò di sedersi. Salomone, assistendo a questa profezia decise di mettere la panca su un piedistallo e la decorò con 30 corone che verranno usate successivamente per il pagamento del
tradimento di Giuda.
Il Pino è simbolo di purezza e di immortalità anche grazie alla resina, che una volta estratta assume un aspetto trasparente paragonabile al colore del Sole. La resina oltre a rappresentare un simbolo è un’importante materia prima che si estrae da Aprile ad Ottobre dalle base del tronco con una incisione. Dalla fusione e filtraggio si ottiene la trementina, molto conosciuta in Francia; invece dalla distillazione si ricavano la pece dura, quella molle e anche oli essenziali. La pece era utilizzata per catramare le navi, mentre sotto forma di olio veniva utilizzata come medicinale cicatrizzante.
La resina, inoltre ha un forte potere antisettico e battericida.
Come detto in precedenza, il Pino ha un buon profumo balsamico, per questo è utile per i problemi di petto e naso. Svolge anche azione diuretica e vasocostrittrice. Al di là delle funzioni medicinali, la resina è anche un buon solvente per le vernici e viene aggiunta alla carta per non far colare l’inchiostro. Il legno, essendo molto resinoso e tenero, viene utilizzato nei cantieri navali, per costruire traverse ferroviarie, per produrre cellulosa e pali telegrafici. Dal punto di vista forestale le piante sono molto importanti per consolidare litorali sabbiosi.


1 Specie tipica dei climi caldi.
2 Specie che vegeta solo in condizioni di piena illuminazione.
3 Specie che tollera prolungati periodi di aridità.
4 Sistema di ramificazioni che portano fiori e, spesso, brattee.

Tratto da Alberologia www.alberologia.it di Antonio de Bona.


venerdì 5 agosto 2016

Per augurare buon compleanno ad amici ed amiche nati dal  5 al 13  Agosto (periodo di luce)
Tratto da Alberologia 
www.alberologia.it

Il Pioppo è l’albero dal cui legno è stata ricavata la clava di Ogmios, figlio di Dis, il dio padre degli dei e degli uomini. Narra la mitologia celtica che Dis, dopo aver a lungo meditato, prese la decisione di generare con una donna mortale un figlio capace di superare prove incredibili, così da conquistarsi il rango degli dei, divenendo immortale e protettore di dei e uomini.
Dopo aver scelto con cura la donna che avrebbe potuto generarlo, si unì a lei per trentasei ore, assumendo le sembianze del suo legittimo sposo. Da questa unione nacque Ogmioss che iniziò subito a parlare, inventando l’antica scrittura celtica, denominata ancora oggi Ogam.
Successivamente, al pari dell’Eracle/Ercole della tradizione classica ellenico-romana, eseguì i famosi dodici lavori che lo resero un eroe immortale.
Il pioppo è una pianta che cresce alta verso il cielo e questo ascendere verso l’alto ricorda Ogmios, l’eroe capace di diventare immortale con la propria forza in virtù di un’indomita e tenace volontà.
Le persone nate sotto questo albero sono pieni di volontà e perseveranza inflessibili e non rinunciano ad affrontare una prova, un’azione o un combattimento. Amano e ricercano le prove più difficili, la realizzazione dei propri obiettivi è prioritaria in tutti i rapporti. Chi è nato sotto questo albero quando si mostra in società viene notato perché ha una personalità affascinante che sembra guardare sempre altrove verso un orizzonte lontano dalle abituali preoccupazioni degli uomini.
Non ama essere disturbato o essere in ritardo e ogni suo desiderio diviene una sorta di ordine da realizzare immediatamente. Nonostante l’apparenza, è in realtà molto sensibile, ma non lo dimostra in quanto svela raramente i propri sentimenti. Molto coraggioso e orgoglioso, non sembra quasi mai agitato. Soffre in silenzio per le più piccole cose e tutto può ferirlo. Poco materialista, spesso bohémien, è tuttavia abilissimo nel guadagnare denaro, ma non è avido. Molto organizzato, pensa sempre al suo avvenire. Il suo spirito di indipendenza gli farà sopportare solo le costrizioni che sarà stato lui a crearsi. Attraente, bello da giovane, il Pioppo in molti casi invecchia male in quanto tende col tempo a lasciarsi andare. La sua intelligenza è sottile, ma la sua lucidità e il suo senso critico possono soffocare le sue aspirazioni ostacolandone la realizzazione.
Per quanto riguarda le amicizie è molto importante che si circondi di persone piene di entusiasmo. In generale, i rapporti di amicizia sono sempre legati alla realizzazione dei propri progetti. Spesso si trova a ricoprire il ruolo del fratello maggiore o del protettore, ricevendone riconoscenza. Molto buona è l’amicizia con persone del tiglio con le quali potrà condividere interessi e sulle quali veramente potrà contare.
Per quanto riguarda la vita sentimentale, le persone appartenenti al Pioppo necessitano di avere un partner intelligente e sensibile che non sia troppo esigente in amore e che si accontenti anche nei periodi di riposo del guerriero. Molto fedele, anche se arriva a non stimare più il partner, non divorzia perché non si aspetta di trovare di meglio. Molto buona l’intesa con i nati del salice con i quali instaurare un rapporto competitivo e molto stimolante. Più problematici i rapporti sentimentali
con quelli del frassino e del fico.

Pioppo tremolo (Populus tremula L.)

Albero alto fino a 20 m, facilmente pollonante, dalla chioma piramidale-allungata, verde chiaro. Il tronco diritto o sinuoso presenta una scorza sottile, liscia, verdognola, che con l’età si ispessisce, diventa grigiastra e si screpola abbondantemente. Le foglie decidue, alterne, glabre sulle due facce, presentano un lungo picciolo caratteristicamente appiattito in senso verticale e una lamina tondeggiante, a volte più larga che lunga, con base arrotondata o cuoriforme e margine ottusamente dentato o sinuato. La pagina superiore è verde vivo, sublucida, quella inferiore leggermente più chiara e opaca. Le foglie turionali si presentano completamente differenti: tormentose, grigio-verdastre, ovato-triangolari e subcordate, con margine quasi intero.
Fiori unisessuali in amenti lunghi fino a 12 cm; il frutto è una capsula oblungo-piriforme, che si apre in due valve e libera una massa cotonosa di semi minutissimi. Vive nei boschi e nelle boscaglie, la durata della sua vita si aggira mediamente intorno ai 70-80 anni. Specie frugale
e pioniera che caratterizza le boscaglie su suoli poveri, preferibilmente acidi, tra il livello del mare e 2000 m di quota. È una specie mellifera dalla proprietà nettarifera elevata. Il suo areale va dalla Scandinavia e dalla penisola iberica e il Nord-Africa alla Siberia orientale. Comune in Italia. Presente nel parco di Gallipoli all’ “Acqua del tremolo”, il turista o viandante vi si può dissetare ad una freschissima sorgente.
Per il suo comportamento pioniero è utile nella riforestazione naturale di pendici franose; inoltre è specie di interesse ornamentale, grazie soprattutto alle foglie tremule.
Populus tremula il suo nome scientifico; appartiene alla famiglia delle Salicaceae e dunque tutti i salici sono suoi parenti. A questo genere sono ascritte circa 40 specie proprie delle zone temperate dell’emisfero boreale. Il pioppo tremolo deve questo nome al tremolio che caratterizza il continuo movimento delle foglie al vento. Questo tremolio è causato dalla forma del picciolo della foglia, che come già accennato, è appiattita lateralmente. Per questa forza occulta il pioppo rappresenta la protezione e col suo legno venivano costruiti gli scudi da portare in battaglia. Si racconta che in Grecia, Leuke, una meravigliosa ninfa, per sfuggire ad Ade, che si era innamorato di lei e la voleva per sé, si trasformò in un pioppo bianco, che il Signore dell’oltretomba portò nel suo mondo e pose accanto alla magica fonte Mnemosine, ovvero la Fonte della Memoria, la cui acqua poteva far accedere i degni defunti all’immortalità.
Nella farmaceutica popolare viene usato per sfruttarne le proprietà diuretiche ed antidolorifiche, ma soprattutto quelle balsamiche. Le gemme in particolare contengono derivati flavonici, olio essenziale e due glucosidi (populina e salicina) che per idrolisi ed ossidazione danno luogo all’acido salicilico. Per questo risultano efficaci contro i dolori reumatici e nevralgici. In infuso si ottiene un buon espettorante, emolliente e calmante della tosse; può essere d’aiuto nel trattamento delle
bronchiti croniche. Si ottiene anche un unguento detto ‘populeo’ dalla macerazione delle gemme in glicerina, molto utile per frizioni balsamiche o inalazioni. Questo unguento trova numerose applicazioni per l’uso esterno, essendo un buon antisettico ed astringente. Era utilizzato
per calmare i dolori delle emorroidi, per disinfettare ferite, piaghe e ustioni e per smorzare il bruciore in molte dermatosi.
Le persone che soffrono di allergie, imprecano contro queste specie per i fastidi e le irritazioni che ne ricevono. In primavera, infatti, liberano nell’aria un abbondante lanuggine bianca: il pappo. Esso porta lontano i semi ed è formato da fibre di cotone puro; più volte si è tentato di utilizzarlo industrialmente ma fino ad ora tutti i tentativi sono stati vani. La sua corteccia in decotto o infusione, è febbrifuga e sedativa dei dolori muscolari ed articolazioni per la presenza dei precursori

dell’acido salicilico. Seccata e ridotta in polvere era somministrata ai cavalli come vermifugo. Il suo legno usato per pannelli bombati e come supporto all’impiallacciatura, è tipico dei fiammiferi svedesi. In alcuni paesi del meridione d’Italia, in cui si crede tutt’ora agli stregoni, si usa portare addosso un piccolo sacchetto di stoffa con dentro foglie secche di pioppo tremolo: in tal modo nessuna fattura o malocchio può sortire il proprio effetto.