Da condividere
con amici ed amiche nati dal 14 al 23 Giugno (periodo di Luce.)
Per augurare buon compleanno in modo diverso.
Tratto da Alberologia www.alberologia.it
Per augurare buon compleanno in modo diverso.
Tratto da Alberologia www.alberologia.it
Il Fico è un albero considerato dagli antichi Celti grande amico dell’uomo
perché il suo frutto può essere conservato a lungo dopo essere stato essiccato
sotto i raggi del sole. Per questo motivo viene
associato alla costellazione celtica del Grande Cane, il miglior amico
dell’uomo.
Le persone appartenenti a questo albero sono molto appassionate ed
istintive, sempre pronte ad aiutare il prossimo. Molto indipendenti, gradiscono
la compagnia e si affezionano fino alla morte ad una persona. Sempre allegre
con quelli che amano, sensibilissimi e vagamente complessati, hanno bisogno di
spazio, di calore umano, di libertà e si deprimono quando si trovano in
ristrettezze e costrizioni. Possiedono un carattere molto semplice e hanno
bisogno di essere legate a qualcuno e di avere un ruolo preciso da svolgere.
Il Fico è un tipo pratico, lucido e la sua intelligenza ha sempre un
pizzico di humour.
Per quanto riguarda le amicizie, sono molto socievoli, in quanto
intrattenere rapporti umani è per loro una necessità vitale e i rapporti di
amicizia sono per loro eterni. Molto buoni i legami con le persone appartenenti
al Pino, con le quali possono nutrire un’alta considerazione reciproca e sviluppare
una complicità che con il tempo tende ad approfondirsi. Interessanti anche i
rapporti con i nativi del Corniolo.
Per quanto riguarda la vita sentimentale, il fico è essenzialmente
sensuale, caloroso e stimolante. Molto dolce e sentimentale, pur non essendo un
romantico, è un innamorato presente anche sul piano sessuale.
La famiglia è per lui importantissima e lavora con accanimento per
apportare ad essa benessere. Buona l’intesa con le persone appartenenti al
Pino, con le quali è possibile avere un’unione basata sull’amore e
sull’amicizia e con quelle appartenenti al Tiglio, con le quali possono trovare
un’ottima intesa pur essendo diversi. Unioni sconsigliate quelle con le persone
appartenenti al Frassino e al Pioppo.
Fico (Ficus carica L.)
Questo albero può raggiungere i 10 metri di altezza, ma spesso è più
basso e con portamento arbustivo. È originario dell’Asia sud occidentale; il
suo areale è molto vasto, anche se introdotto da antichissima data nell’area
mediterranea, viene anche coltivato anche in America, Nuova Zelanda e
Australia. Appartiene alla famiglia delle Moraceae e a questo genere, sono
ascritte oltre mille specie presenti nei due emisferi.
È una pianta resistente alla siccità e agli inverni mediamente rigidi.
(-8C°)
Se coltivato, teme i ristagni idrici e preferisce i terreni freschi,
profondi e ricchi di sostanza organica. La forma selvatica è una pioniera,
cresce sulle rocce, sui vecchi muri e nelle fessure dei marciapiedi. È una
pianta poco longeva. È caratterizzata da radici espanse e superficiali, con
fusto robusto e un po’ contorto, rivestito da una corteccia sottile, liscia di
colore grigio cenere. La chioma è rada, espansa di colore verde chiaro e i rami
principali sono pochi, lunghi e tortuosi. Le foglie sono decidue, alterne,
picciolate, lunghe circa 20 cm, palmate-lobate con la pagina superiore ruvida e
glabra1 di colore verde scuro, quella inferiore biancastra.
Fiorisce in primavera, ed è caratterizzata da fiori unisessuali: quelli
maschili sono ridotti ad un solo stame, quelli femminili con un solo ovario. I
fiori maschili e femminili compaiono su alberi separati riuniti in un
ricettacolo carnoso che poi si sviluppa in un falso frutto carnoso detto sicono o
siconio.
1 Prive di peli.
Il Fico domestico produce due tipi di frutti: i fioroni che maturano nella
tarda primavera, i fichi veri che maturano a fine estate. La forma del frutto è
variabile, da sferica appiattita a piriforme allungata. Il colore può essere
verdastro o nero. L’impollinazione viene effettuata da un piccolo eminottero,
la Blastophaga, che penetra nel sicono attraverso un’apertura apicale. Le basse
temperature e la grandine possono distruggere la produzione. Altri danni sono
causati dalla virosi (mosaico), marciume radicale e da alcuni insetti.
Nell’antichità si pensava che il fico fosse uno degli alberi preferiti dagli
dei, perché sembrava formare frutti senza fiori. Era venerato e sacro ai
romani: una leggenda narra che lungo il Tevere vegetava un fico di notevoli
dimensioni, al quale fu attribuito il nome di fico ruminale derivato
dal fatto che i pastori si riposavano sotto l’ombra della sua chioma, mentre le
loro greggi si abbeveravano nell’acqua del Tevere. Due sono gli episodi che
hanno reso sacro il fico.
Il primo episodio risale al giorno in cui il suo tronco impedì di far
annegare la cesta che conteneva Romolo e Remo, i quali furono allattati dalla
lupa che poco prima aveva mangiato i frutti del fico caduti a terra. L’altro
episodio che lo ha reso sacro narra che durante una notte la pianta non fu più
trovata nel solito posto lungo il Tevere, ma al centro del foro, ringiovanita e
pronta a dare i suoi frutti. Dalla leggenda sembra che il fico abbia avuto un
ruolo fondamentale nella storia della nascita di Roma. Non c’è ombra di dubbio
che l’impiego principale del fico è quello di essere coltivato come albero da
frutto. Infatti, è ritenuto un alimento completo, in quanto ricco di zuccheri,
vitamine, proteine e grassi (1 g di polpa fornisce 2,5 calorie); non a caso era
la base alimentare degli atleti. Il fico può essere consumato fresco, sotto
forma di marmellata o essiccato. In questo ultimo caso il si associa bene ad altri
frutti secchi, come noci e mandorle, o con prosciutto e formaggio. Oltre al suo
valore nutritivo, il frutto del fico ha anche proprietà medicinali, infatti
contribuisce a tonificare la mucosi intestinale. Inoltre, ha anche proprietà
dermatologiche ed emollienti. Il lattice che si ottiene quando si spezza un
rametto o staccando un frutto immaturo, è dannoso se ingerito, ma è ottimo per
foruncoli, dermatite e morsi di cane. Veniva usato come anestetico sulle
punture degli insetti (api e vespe) poiché ne impedisce, o comunque ne limita
enormemente il gonfiore, lenendone il dolore. Il lattice in passato veniva
usato anche come caglio del latte. Le foglie essiccate venivano fumate al posto
del tabacco, oppure, se ancora verdi, venivano impiegate per pulire gli
utensili.
Il Flos Medicinae Salerni comunemente “Regola sanitaria
salernitana”, (Ed. TEN, 1994), è un poemetto in versi leonini, datato intorno al XI-XII secolo e contenente
una sintesi di precetti della famosa scuola medica. A proposito del fico
recita:
“Scrofa, tumor, glandes, ficus cataplasmati cedunt.
Junge papaver ei, confracta Pomosus fortis tenet ossa.2
2 Le scrofole, i tumori e le glandule si guariscono con i cataplasmi di
fico.
Unito al papavero salda le ossa fratturate.
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