venerdì 30 settembre 2016

Per augurare buon compleanno ad amici ed amiche nati dal 24 Settembre al 3 Ottobre (periodo di Buio)     Tratto da Alberologia  www.alberologia.it

Il Nocciolo è un albero collegato alla costellazione della Corona Boreale, la quale ha permesso all’Eroe Terrestre di ritornare al mondo della luce solare dopo il suo viaggio nel mondo dei morti. Il suo frutto, all’esterno apparentemente duro, è al suo interno delizioso e il suo ramo, grosso come un dito, è così flessibile da potersi curvare sino a formare un cerchio perfetto.
Chi nasce sotto questo albero presenta una personalità che è uno strano miscuglio di presenza e assenza. Non si fa particolarmente notare e quasi non ci si accorge di lui. Ma, una volta avvicinato, è difficile rimanere insensibili al fluido che sprigiona. Dotato di poteri paranormali (divinazione, premonizione, viaggi in universi al di là del mondo visibile), è spesso molto angosciato fino a quando non ha riconosciuto, accettato e sviluppato i propri poteri parapsichici o metapsichici. In lui
è molto forte il senso di giustizia e ha una natura mistica con la quale combatte quotidianamente perché non è riuscito a trascendere la propria parte umana e terrena.
Il Nocciolo ha fascino e intelligenza acutissima. Apparentemente, ha un’aria attenta e dimostra interesse verso il suo interlocutore, mentre in realtà pensa ad altro. Fine psicologo, è molto abile nell’indovinare i pensieri segreti degli altri e non si fa scrupoli nell’usare questa sua dote, nel bene e nel male. Essendo un razionale, i suoi ragionamenti sono meravigliosamente logici e mescolano scienza e magia, confondendo l’una con l’altra. La sua intelligenza è sottile e intuitiva. Impara
con una tale facilità da ritenere di conoscere già benissimo la materia trattata. Lo sostengono una memoria prodigiosa e una grande capacità di adattamento alle varie situazioni. Potrebbe diventare un geniale truffatore. Per quanto riguarda le amicizie, il Nocciolo è molto comunicativo e si trasforma in funzione delle situazioni nelle quali si trova.
Tra amici cari e positivi, irradia mille fuochi ed è brillante come una stella. Pertanto, ha un sacco di amici intimi perché solo se lo vuole, sa rendersi simpatico e farsi amare. Se è circondato da persone negative, male intenzionate, che non l’apprezzano, può essere cattivo e persino diabolico.
Per fortuna, impara abbastanza presto a fare le proprie scelte e a circondarsi delle persone giuste. Ottimi i rapporti di amicizia con le persone appartenenti all’acero che sono i suoi amici per eccellenza e con i quali si può creare un potente legame affettivo. La sua vita sentimentale
è imprevedibile, in quanto può essere il migliore o il peggiore dei partner, dolce e affascinante o indifferente e odioso, e non si sa mai quale può essere il suo atteggiamento. In realtà, egli dimostra tanto fervore sentimentale, ma le sue esigenze sono tali, soprattutto per quanto riguarda l’unione spirituale, che bisogna quasi arrivare ad un rapporto stabile affinché la relazione possa iniziare. La migliore intesa sentimentale può aversi con il Melo, il Salice e il Tiglio.
I ritmi della vita di questi nativi sono il risultato dell’alternanza dell’energia in movimento e del riposo, del giorno e della notte e la loro forza è sempre in agguato per la gioia dei loro partners amorosi.
Dotati di un’intelligenza razionale, dunque molto pratica, hanno in genere un carattere calmo e delicato, incapace di mentire e di sembrare troppo diplomatici. Molto buoni i rapporti di amicizia anche con le persone appartenenti al castagno.


Nocciolo (Corylus avellana L.)

L’albero del nocciolo (Corylus avellana) generalmente non supera i 5-6 metri di altezza e spesso assume un portamento arbustivo. È dotato di una spiccata facoltà pollonifera. In un recente passato faceva parte della famiglia delle Corylaceae, (il cui nome deriva da corylus, in greco koris, elmo, per la somiglianza con l’involucro che riveste il frutto);
ora è classificato nella famiglia delle Betulaceae, in una sottofamiglia detta Coryloideae vivente nell’emisfero nord, presente con una quindicina di specie del suo genere. Il termine avellana si riferisce alla diffusione nella zona di Avellino.
Il suo areale si estende dall’Europa fino all’Asia occidentale. È una specie idrofila1, mediamente sciafila2, predilige le stazioni fresche di montagna fino ai 1500 metri di altitudine. È una specie considerata pioniera e molto frugale, preferisce terreni calcarei, freschi e profondi.
È tipica dei sottoboschi, raramente forma popolamenti puri, in quanto nella maggior parte dei casi si consocia con la betulla e il pioppo tremolo.
È poco longeva, può vivere 60-70 anni circa. Il Nocciolo è caratterizzato da un fusto sottile e slanciato, rivestito da una corteccia grigia, liscia e lucente. La chioma è fitta, ampia e irregolare con ramificazioni un po’ ricadenti verso l’estremità.
Le foglie sono decidue, alterne, lunghe 6-10 cm, la pagina superiore è verde e poco pelosa, quella inferiore è più chiara. È una pianta monoica3 in infiorescenze, cioè con particolare disposizione dei fiori e brattee raggruppati su ramificazioni della pianta. Gli amenti4 maschili sono gialli, lunghi 6-8 cm, quelli femminili sono simili a delle gemme.
Il frutto è un diclesio5, il cui pericarpio6 legnoso contiene un seme dolce e oleoso. È una specie mellifera molto gradita dalle api. La forma sferica del frutto ricorda la luna, quindi in passato veniva associato alle divinità femminili.
Il nocciolo appartiene a quel gruppo di alberi definiti fatati, perché in grado di compiere magie. Molte sono le leggende che riguardano questa pianta, ne riporteremo solo alcune. Si narra che le streghe usassero dei ramoscelli di nocciolo per individuare i tesori nascosti.
Il rametto si piegava per indicare il luogo della sepoltura. Oltre che per la ricerca del tesoro, i rametti venivano usati per individuare le riserve d’acqua sotterranee. Tra le leggende anche quella che fa rifugiare la Madonna in un cespuglio di nocciolo, per proteggersi da un serpente.
Questo episodio si riallaccia alla tradizione romana e greca: se un serpente veniva toccato da un ramo rimaneva intontito fino alla morte.
Anche per questo i pastori abruzzesi, durante le transumanze, costruivano bastoni dal legno del nocciolo. Inoltre, si racconta che la vigilia di Natale un ramo messo sul camino potrebbe trasformarsi in oro.
È una pianta, il nocciolo, che viene coltivata essenzialmente per produrre i frutti. L’Italia è il secondo produttore mondiale dopo la Turchia. Il suo legno non è di ottima qualità, viene usato come combustibile, per paleria, bastoni, cerchi per botti. I rami flessibili venivano impiegati per costruire verghe e stuoie. Il carbone di nocciolo è ottimo per realizzare polvere da sparo e carboncini per disegnare. La nocciola è un importante fonte di alimentazione perché è un frutto calorico, ricco di vitamine e altri elementi minerali. Può essere utilizzato fresco, oppure impiegato per realizzare croccanti o torroni, cioccolatini, biscotti, confetti e le note creme di nocciola, industriali e non, dalla
radice inglese nut (da qui Nutella!)
Le foglie sono usate come foraggio, ma hanno anche proprietà medicinali. In passato gli impacchi aiutavano a far passare i dolori reumatici. L’infuso della corteccia ha proprietà astringenti, diaforetiche, antiemorragiche, febbrifughe, dimagranti. La nocciola che è un tonificante
intestinale, tostata, cura la tosse e contrasta la calvizie. Inoltre, l’olio estratto dal seme aiuta a guarire le affezioni polmonari, le varici, le dermatiti.

1 Specie che necessita di un costante apporto idrico.
2 Specie che tollera l’ombreggiamento.
3 Pianta con presenza contemporanea di fiori maschili e femminili.
4 Infiorescenze pendule formate da una spiga di fiori unisessuati con asse flessibile.
5 Frutto semplice costituito dal pericarpo carnoso o secco protetto da un involucro legnoso.
6 Parte del frutto che circonda il seme.



venerdì 23 settembre 2016

Da condividere con tutte le persone nate oggi 23 Settembre (Equinozio d’autunno)
                           Tratto da Alberologia www.alberologia.it

L’olivo è un albero nobile e silenzioso, simbolo di pace, forza, purificazione.
Colui che appartiene a quest’albero è sempre alla ricerca di tepore e di sole, se vive in un paese freddo il suo sogno sarà trasferirsi in un luogo caldo. Saggio, pacifico, non violento, detesta complicarsi
l’esistenza. Il suo motto è “vivere e lasciar vivere”, in quanto vuole vivere come gli pare ma, in cambio, lascia vivere gli altri come vogliono senza mai interferire troppo pesantemente nelle loro scelte, anche se si tratta del partner o dei figli. È la discrezione fatta persona, al punto che lo si potrebbe ritenere indifferente a tutto.
È sempre sorridente qualunque cosa accada, sia perché si sa controllare, sia perché ritiene inutile agitarsi. Egli è l’essenza stessa della serenità ed è troppo saggio per lasciarsi abbindolare. Amato, apprezzato, stimato e anche rispettato, non fa però nulla al solo scopo di piacere.
È un tipo da prendere così com’è, e vive la sua vita senza alcun complesso.
Molto tollerante, ha un innato senso della giustizia. Dato che è capace di immedesimarsi, può capire tutto; ma difficilmente si entusiasma, perché niente gli sembra abbastanza importante.
Intelligente e riflessivo, gli piace leggere, acculturarsi, istruirsi. Per lo più popolare nel suo ambiente, può anche raggiungere la gloria nelle arti o nella professione in generale. Benefico come l’albero che lo rappresenta, l’Olivo dona pace e felicità a chi gli sta intorno.
Per quanto riguarda la vita sentimentale, l’Olivo è poco geloso in amore e rispetta la libertà del partner, anche se questo può comportare sofferenza. La solitudine non lo spaventa e, soprattutto invecchiando,
la ricercherà con piacere. Buona l’intesa con le persone appartenenti all’olmo e al cipresso.

Olivo (Olea europaea L.)

L’albero è un sempreverde alto sino a 10 m, ma raggiunge e supera anche i 15-20 metri. È molto longevo e vive anche oltre 800-900 anni. È una specie lucivaga (che ama la luce) e predilige terreni calcarei.
Specie mellifera (che produce miele), pollinifera mediocre. Il frutto è una drupa1 comunemente chiamata oliva, che in natura è molto amara, così per renderla commestibile è necessario un qualche trattamento: ad esempio la fermentazione naturale, oppure metodi artificiali (lye, brine). Con le sue fronde venivano incoronati i vincitori di Olimpia. L’olivo è una pianta della famiglia delle Oleacee originaria dell’Asia Minore; attualmente è coltivata in tutti i paesi del bacino mediterraneo e anche in America (California).
Simbolo della pace sulla base del passo biblico della Genesi 8, 11 e tutt’ora presente nella liturgia
Della Domenica delle Palme, è una pianta sacra anche per altre civiltà.
In Grecia le corone dei vincitori delle gare olimpiche erano fatte con un ramo d’ulivo; nel corso delle feste Pianepsie ad Atene si portavano in processione dei rami o corone d’olivo. Alla pianta venivano attribuiti poteri fecondativi: da ciò la fabbricazione delle statue di Damia ed Auxesia (spiriti connessi alla fertilità della terra) a trezene; a Roma venivano spesso usati rami di olivo nelle cerimonie di purificazione.
Dell’olea europea occorre innanzitutto distinguere due sottospecie: l’olea europaea oleaster conosciuta con il nome volgare di oleastro che rappresenta la pianta selvatica, e l’olea europaea sativa conosciuta con il nome volgare di olivo che rappresenta la pianta coltivata.
Un mito narra che era sorto fra Poseidone (Nettuno) ed Athena (Minerva) un grave dissidio per il predominio sulla terra dell’Attica e per il diritto di precedenza nella costruzione di un tempio a loro dedicato sull’Acropoli di Atene. Ricorsero al giudizio di Giove il quale rispose che il diritto
di precedenza sarebbe stato accordato a chi dei due avesse saputo creare qualcosa di utile all’uomo: Nettuno creò il cavallo, Minerva l’ulivo.
Giove si pronunciò a favore di quest’ultimo e così il tempio fu dedicato a Minerva e l’olivo divenne la pianta sacra a Minerva. Anche nella letteratura greca si fa riferimento a questa pianta. Secondo Omero il letto di Ulisse era fatto da un tronco di olivo e questa rivelazione fu la prova per il riconoscimento definitivo da parte di Penelope del marito di ritorno dalla guerra di Troia. Sempre secondo Omero, la clava brandita dal Ciclope era di legno di olivo. Secondo Teocrito di legno di olivo era anche la clava di Ercole.
In tempi più recenti, nel luglio del 1969, quando gli Americani approdarono sulla luna, oltre alla bandiera a stelle e strisce, posarono sul suolo lunare, a compimento di quella missione, una targa d’acciaio ‘a memoria’ con impresso un ramo di olivo in oro a suggello di una conquista avvenuta in pace “a nome dell’intera umanità”; portava la firma dell’allora Presidente statunitense Richard Nixon.
Dunque, per noi, come per gli antichi, l’olivo è simbolo di pace. C’è da chiedersi se nel passato l’olio fosse più usato come alimento che come unguento. L’unzione del corpo non aveva solo uno scopo
cosmetico o curativo, ma era anche un vero e proprio rito; serviva per ammorbidire e nutrire la pelle, ma soprattutto per distendere i muscoli.
Si ungevano il corpo gli atleti prima delle gare, i guerrieri prima delle battaglie, i gladiatori, i nuotatori, i lottatori, i ricchi alle terme.
Il migliore, quello di purissima spremitura, cioè quello della varietà Majatica (da Majo perché fiorisce a maggio), era riservato ai profumi, ottenuti immergendovi piccoli sacchetti di lino contenenti le essenze
aromatiche.
Come medicinale l’olio è soprattutto lassativo ed emolliente; nella stitichezza è indicato anche per clisteri unito al decotto di malva. È un buon tonico gastro-intestinale se assunto con moderazione, soprattutto da crudo quando conserva la sua digeribilità ha effetto come antinfiammatorio e calmante delle mucose, ma forse si esagerava un po’ quando si assicurava l’effetto contro febbri da pleurite, polmonite e peritonite semplicemente somministrando un cucchiaio di olio seguito, ogni mezzora, da un cucchiaio di buona acqua fresca. Frizioni e massaggi con olio di oliva calmano le dermatosi e le bruciature: nella medicina popolare in molte famiglia si è usato l’olio sbattuto nel vino o
unito al bianco dell’uovo montato per le ustioni. Questo rimedio non era altro che il “Balsamo del samaritano”. Anche il cuoio capelluto trae giovamento dalle applicazioni di questo olio, ma difficilmente qualcuno, al giorno d’oggi, si sognerebbe di usarlo come lozione. Qualcuno,
saggiamente, lo usa al mare, per proteggere la pelle dal sole. Basta creare una semplice soluzione con olio d’oliva 100-150 gr, diluito con acqua di mare 20-30 gr e il succo di un limone. Agitare forte per 3-4 minuti ed applicare. La schermatura è eccezionale; i vantaggi e la differenza qualitativa sono notevoli; se poi si considera il confronto economico con le altre creme protettive qualsiasi il confronto non regge. Ai teenagers si può consigliare di tenere un’oliva schiacciata sui foruncoli per eliminarli,
e a chi sia entrato un insetto in un orecchio, poche gocce d’olio come rimedio efficace e non traumatico.
L’olivo è una pianta tanto emolliente nei frutti quanto astringente nelle foglie. I loro decotti curavano e curano ancor oggi emorragie, infiammazioni di bocca ed occhi, ascessi e piaghe. L’infusione oltre a
essere antipiretica ha azione ipotensiva (favorisce l’abbassamento della pressione arteriosa) perché fa dilatare i vasi sanguigni ed aumenta la diuresi: è indicata nei cuori vecchi e affaticati. Nelle oftalmie (infiammazione degli occhi) si usava la “resina” dell’olivo che, bruciata, emana vapori che hanno il potere di calmare le donne isteriche. Non va dimenticato che le olive sono anche ricche di proteine, sali, carotene e vitamina C, quindi possono essere un alimento veramente completo e dietetico.

1 Frutto con la parte esterna membranosa, la parte media carnosa, e la parte interna che contiene il seme, dura e legnosa, come olive, pesche e sim.


venerdì 2 settembre 2016

Per augurare buon compleanno ad amici ed amiche nati dal 3 al 12 Settembre (Periodo di Luce).
Oroscopo degli alberi
Il salice è l’albero associato ad Avanc (l’Idra), un mostro acquatico che viveva in un lago vicino alla Collina del Lutto e che è stato ucciso da Peredur, figlio di Eurawc, come promessa d’amore ad una
bella fanciulla, l’imperatrice di Cristinobyl. L’astrologia celtica associa ad Avanc il salice, in quanto questa pianta possiede enormi radici, somiglianti a teste di serpente, che affondano sempre più in profondità nell’acqua.
Le persone nate sotto questo albero presentano una personalità molto individualista e, per certi aspetti, avara. Il loro pensiero occupa tutto lo spazio disponibile e si concedono tutto ciò che desiderano quando lo vogliono perché convinte che tutto può essere comprato. Riescono ad approfittare sempre del momento presente e non si lasciano sfuggire la più piccola gioia, in quanto sanno quel che vogliono.
Il Salice è capace di analizzare la personalità di coloro che lo circondano.
Se qualcuno gli resiste o non si piega alle sue idee entra con lui in conflitto. Il salice non sa adattarsi alle situazioni, ha bisogno di un ambiente favorevole per aprirsi e detesta i compromessi. Molto ingegnoso e calcolatore, riesce spesso a dissimulare le proprie reali intenzioni recitando alternativamente la parte del poveretto da compatire oppure quella del mostro terrificante, ottenendo ciò che desidera con la pietà oppure con le minacce. Quindi, la sua fragilità è tutta una montatura.
È un commediante, e sa utilizzare la sua apparente debolezza per raggiungere i suoi scopi. Il suo punto di forza è la seduzione.
Molto sensuale, gli piacciono il caldo, i profumi e il contatto con l’acqua. È intelligente, con uno sviluppato senso artistico. ha molta immaginazione e molta intuizione. Psicologo e anche un po’ indovino, è spesso un soggetto telepatico, per cui riesce a scoprire i pensieri degli altri, cosa con la quale gli piace stupire i suoi interlocutori.
Per quanto riguarda le amicizie, le persone che appartengono al salice, anche se suscitano diffidenza nel proprio interlocutore, sanno essere apparentemente molto simpatiche. In questo modo, riescono a
entrare facilmente in relazione con gli altri. hanno numerosi contatti perché amano essere conosciute e ammirate. La loro predisposizione all’amicizia è però interessata, in quanto finalizzata a trarne vantaggio.
Molto buoni i rapporti di amicizia con le persone appartenenti al faggio e all’ulivo. Anche con il frassino può instaurare ottimi rapporti di amicizia, in quanto questo può essere davvero un amico sul quale poter contare e fare affidamento.
Per quanto riguarda la vita affettiva, il Salice è un romantico. La sua vita sentimentale è piuttosto burrascosa e sarebbe tranquilla, se non avesse un gusto perverso per gli amori complicati e i tradimenti.
Adora tradire ed essere tradito. Le separazioni però sono dolorose, le sofferenze fanno parte della sua personaggio ma non riesce ad accettare che un rapporto sia finito. Ottima l’intesa con le persone appartenenti al pioppo e al corniolo.


Salice Piangente (Salix babylonica L.)

Questo albero può raggiungere i 10-15 metri di altezza, eccezionalmente tocca i 20 metri. È originario della Cina, ma viene piantato anche in Europa e America settentrionale.
È una pianta eliofila1, termofila2 e frugale3, tipica degli ambienti umidi e lacustri, predilige terreni inondati e leggermente acidi. Vegeta bene anche su terreni ghiaiosi e sabbiosi.



È una pianta che può vivere in purezza o in consociazione lungo i corsi d’acqua con il pioppo
bianco e nero, l’olmo campestre, il sambuco dal livello del mare fino ai 1000-1100 metri di quota. Appartiene alla famiglia delle Salicacee e al genere Salix sono ascritte circa 200 specie tutte nelle regioni temperate dell’emisfero nord. Vive in quasi tutta l’Europa, nell’Asia centrale spingendosi nell’estremo est del Giappone.
Gli alberi di questa famiglia generalmente vivono molto poco, infatti il Salice piangente può vivere tra i 40 e 60 anni, però ha un rapido accrescimento. Possiede un tronco diritto rivestito da una corteccia di
colore grigio chiaro negli individui giovani, con l’età diventa grigio scura e molto fessurata. Il suo nome comune deriva dal fatto che ha una chioma tipicamente ricadente con rami bruni, penduli e sottili.
Le foglie sono glabre4 e strette, lunghe 7-15 cm, di colore verde scuro sulla pagina superiore, più chiaro in quella inferiore. Gli amenti5 fioriscono in maggio: quelli maschili sono gialli, quelli femminili sono
verdi. Il frutto è una capsula che contiene piccoli semi provvisti di peli.
Il salice piangente è considerato simbolo della nostalgia e della malinconia.
Prima di essere introdotto in Europa, il salice aveva altri significati soprattutto per i greci. Dato che perde i frutti prima che maturino, i greci associavano l’albero al culto della Madre terra; perché
come l’albero genera e uccide il frutto, così la Madre terra dà vita alle creature e poi le accoglie nel proprio grembo dopo la morte.
Sulla base di quanto detto nacquero intorno al salice dei riti divergenti tra loro, perché la Madre terra rappresenta sia la fecondità che la morte. tra i due significati ebbe la meglio quello della morte del seme, per questo il salice divenne simbolo anche di castità. Uno di questi rituali, prevedeva che la donna per conservare la castità, si doveva riposare su un letto fatto di fronde di salice, in quanto considerato inibitore del sesso. Forse per questo i medici consideravano le foglie di salice
pestate in acqua bollita come anafrodisiaco.
Oggi l’aspirina si prepara industrialmente, mentre in passato si otteneva dal salice, il quale contiene una concentrazione elevata di acido salicico, quindi, le stesse proprietà analgesiche e antinfiammatorie
dell’aspirina. Inoltre, calma i dolori e abbassa la febbre, ma a differenza dell’aspirina non aumenta la fluidità del sangue e non provoca disturbi gastrici a chi soffre di ulcere. I decotti di foglie, per uso interno, hanno buone qualità come tonico, emostatico, vermifugo, antisettico e sedativo in caso di insonnia, per vincere la quale veniva consigliato di lavarsi le gambe con il decotto. L’aggiunta dell’infuso nell’acqua del bagno è utile per calmare i dolori artritici, reumatici o di articolazioni.
Per uso esterno, invece la polvere di corteccia è buona per cicatrizzare e disinfettare ferite e anche per calmare dolori dovuti ad infiammazioni dei nervi. In passato si utilizzava questo albero per il “vimineo”, cioè l’intrecciare i rami per creare ceste, panieri e cappelli. Inoltre, i rami sono adatti per fabbricare gli acchiappasogni. La presenza del legno di salice
nelle case aiuta a proteggere la salute di tutta la famiglia. Si pensa che anche le streghe costruivano con il vimine le loro scope e cesti.


Il Flos Medicinae Salerni comunemente tradotto “Regola sanitaria salernitana” (Ed. TEN, 1994) è un poemetto in versi leonini, datato intorno al XI-XII secolo e contenente una sintesi di precetti della famosa
scuola medica. A proposito del salice recita:
Auribus infumus succus vermes necat ejus.
Cortex verrucas in aceto cocta resolvit.
Pomosus succus, flos, partus destruit ejus (LXXIV De Salice)6.



6 L’umore del salice posto nelle orecchie uccide i vermi, mentre la corteccia cotta
nell’aceto scioglie le verruche. Il succo dei fiori compromette il parto.



1 Specie che può vegetare solo in condizioni di piena illuminazione.
2 Specie tipica dei climi caldi.
3 Specie che si adatta a condizioni difficili.
4 Prive di peli.
5 Infiorescenza simile a una spiga, ma provvista di un asse molle e pendulo.