lunedì 29 febbraio 2016

Da condividere con amici e amiche nati dal 1 al 10 Marzo (Periodo di Buio).
Oroscopo degli alberi
www.alberologia.it
Il salice è l’albero associato ad Avanc (l’Idra), un mostro acquatico che viveva in un lago vicino alla Collina del Lutto e che è stato ucciso da Peredur, figlio di Eurawc, come promessa d’amore ad una bella fanciulla, l’imperatrice di Cristinobyl. L’astrologia celtica associa ad Avanc il salice, in quanto questa pianta possiede enormi radici, somiglianti a teste di serpente, che affondano sempre più in profondità nell’acqua.
Le persone nate sotto questo albero presentano una personalità molto individualista e, per certi aspetti, avara. Il loro pensiero occupa tutto lo spazio disponibile e si concedono tutto ciò che desiderano quando lo vogliono perché convinte che tutto può essere comprato. Riescono ad approfittare sempre del momento presente e non si lasciano sfuggire la più piccola gioia, in quanto sanno quel che vogliono.
Il Salice è capace di analizzare la personalità di coloro che lo circondano.
Se qualcuno gli resiste o non si piega alle sue idee entra con lui in conflitto. Il salice non sa adattarsi alle situazioni, ha bisogno di un ambiente favorevole per aprirsi e detesta i compromessi. Molto ingegnoso e calcolatore, riesce spesso a dissimulare le proprie reali intenzioni recitando alternativamente la parte del poveretto da compatire oppure quella del mostro terrificante, ottenendo ciò che desidera con la pietà oppure con le minacce. Quindi, la sua fragilità è tutta una montatura.
È un commediante, e sa utilizzare la sua apparente debolezza per raggiungere i suoi scopi. Il suo punto di forza è la seduzione.
Molto sensuale, gli piacciono il caldo, i profumi e il contatto con l’acqua. È intelligente, con uno sviluppato senso artistico. ha molta immaginazione e molta intuizione. Psicologo e anche un po’ indovino, è spesso un soggetto telepatico, per cui riesce a scoprire i pensieri degli altri, cosa con la quale gli piace stupire i suoi interlocutori.
Per quanto riguarda le amicizie, le persone che appartengono al salice, anche se suscitano diffidenza nel proprio interlocutore, sanno essere apparentemente molto simpatiche. In questo modo, riescono a entrare facilmente in relazione con gli altri. hanno numerosi contatti perché amano essere conosciute e ammirate. La loro predisposizione all’amicizia è però interessata, in quanto finalizzata a trarne vantaggio.
Molto buoni i rapporti di amicizia con le persone appartenenti al faggio e all’ulivo. Anche con il frassino può instaurare ottimi rapporti di amicizia, in quanto questo può essere davvero un amico sul quale poter contare e fare affidamento.
Per quanto riguarda la vita affettiva, il Salice è un romantico. La sua vita sentimentale è piuttosto burrascosa e sarebbe tranquilla, se non avesse un gusto perverso per gli amori complicati e i tradimenti.
Adora tradire ed essere tradito. Le separazioni però sono dolorose, le sofferenze fanno parte della sua personaggio ma non riesce ad accettare che un rapporto sia finito. Ottima l’intesa con le persone appartenenti al pioppo e al corniolo.
Salice Piangente (Salix babylonica L.)
Questo albero può raggiungere i 10-15 metri di altezza, eccezionalmente tocca i 20 metri. È originario della Cina, ma viene piantato anche in Europa e America settentrionale.
È una pianta eliofila1, termofila2 e frugale3, tipica degli ambienti umidi e lacustri, predilige terreni inondati e leggermente acidi. Vegeta bene anche su terreni ghiaiosi e sabbiosi.
È una pianta che può vivere in purezza o in consociazione lungo i corsi d’acqua con il pioppo
bianco e nero, l’olmo campestre, il sambuco dal livello del mare fino ai 1000-1100 metri di quota. Appartiene alla famiglia delle Salicacee e al genere Salix sono ascritte circa 200 specie tutte nelle regioni temperate dell’emisfero nord.
Gli alberi di questa famiglia generalmente vivono molto poco, infatti il Salice piangente può vivere tra i 40 e 60 anni, però ha un rapido accrescimento. Possiede un tronco diritto rivestito da una corteccia di colore grigio chiaro negli individui giovani, con l’età diventa grigio scura e molto fessurata. Il suo nome comune deriva dal fatto che ha una chioma tipicamente ricadente con rami bruni, penduli e sottili.
Le foglie sono glabre4 e strette, lunghe 7-15 cm, di colore verde scuro sulla pagina superiore, più chiaro in quella inferiore. Gli amenti5 fioriscono in maggio: quelli maschili sono gialli, quelli femminili sono verdi. Il frutto è una capsula che contiene piccoli semi provvisti di peli. Il salice piangente è considerato simbolo della nostalgia e della malinconia.
Prima di essere introdotto in Europa, il salice aveva altri significati soprattutto per i greci. Dato che perde i frutti prima che maturino, i greci associavano l’albero al culto della Madre terra; perché
come l’albero genera e uccide il frutto, così la Madre terra dà vita alle creature e poi le accoglie nel proprio grembo dopo la morte.
Sulla base di quanto detto nacquero intorno al salice dei riti divergenti tra loro, perché la Madre terra rappresenta sia la fecondità che la morte. tra i due significati ebbe la meglio quello della morte del seme, per questo il salice divenne simbolo anche di castità. Uno di questi rituali, prevedeva che la donna per conservare la castità, si doveva riposare su un letto fatto di fronde di salice, in quanto considerato inibitore del sesso. Forse per questo i medici consideravano le foglie di salice pestate in acqua bollita come anafrodisiaco.
Oggi l’aspirina si prepara industrialmente, mentre in passato si otteneva dal salice, il quale contiene una concentrazione elevata di acido salicico, quindi, le stesse proprietà analgesiche e antinfiammatorie dell’aspirina. Inoltre, calma i dolori e abbassa la febbre, ma a differenza dell’aspirina non aumenta la fluidità del sangue e non provoca disturbi gastrici a chi soffre di ulcere. I decotti di foglie, per uso interno, hanno buone qualità come tonico, emostatico, vermifugo, antisettico e sedativo in caso di insonnia, per vincere la quale veniva consigliato di lavarsi le gambe con il decotto. L’aggiunta dell’infuso nell’acqua del bagno è utile per calmare i dolori artritici, reumatici o di articolazioni.
Per uso esterno, invece la polvere di corteccia è buona per cicatrizzare e disinfettare ferite e anche per calmare dolori dovuti ad infiammazioni dei nervi. In passato si utilizzava questo albero per il “vimineo”, cioè l’intrecciare i rami per creare ceste, panieri e cappelli. Inoltre, i rami sono adatti per fabbricare gli acchiappasogni. La presenza del legno di salice nelle case aiuta a proteggere la salute di tutta la famiglia. Si pensa che anche le streghe costruivano con il vimine le loro scope e cesti.
Il Flos Medicinae Salerni comunemente tradotto “Regola sanitaria salernitana” (Ed. TEN, 1994) è un poemetto in versi leonini, datato intorno al XI-XII secolo e contenente una sintesi di precetti della famosa scuola medica. A proposito del salice recita:
Auribus infumus succus vermes necat ejus.
Cortex verrucas in aceto cocta resolvit.
Pomosus succus, flos, partus destruit ejus (LXXIV De Salice)6.
6 L’umore del salice posto nelle orecchie uccide i vermi, mentre la corteccia cotta
nell’aceto scioglie le verruche. Il succo dei fiori compromette il parto.
1 Specie che può vegetare solo in condizioni di piena illuminazione.
2 Specie tipica dei climi caldi.
3 Specie che si adatta a condizioni difficili.
4 Prive di peli.
5 Infiorescenza simile a una spiga, ma provvista di un asse molle e pendulo.

giovedì 18 febbraio 2016

Auguri di buon compleanno a tutte le persone nate oggi….
da condividere con amici e amiche nati dal 19 al 29 Febbraio (periodo di Buio)
L’oroscopo degli Alberi
Tratto da ALBEROLOGIA di Antonio de Bona

Il Pino, secondo l’astrologia celtica, è l’albero associato al personaggio mitologico dell’Uomo Serpente, una strana creatura nata dal contatto dello sperma del dio fabbro Goibniu e del sudore della
bella dea protettrice dei fabbri e dei medici Brigit con la terra. L’associazione di questa pianta all’Uomo Serpente è dovuta al fatto che il Pino ha radici che molto spesso affiorano in superficie assomigliando a code di serpenti.
Le persone nate sotto questo albero presentano una personalità originale, possiedono forza fisica e abilità manuale, un carattere passionale e irascibile e debole capacità a resistere ai propri desideri. La morte non fa paura al Pino, in quanto morire significa semplicemente ritornare all’interno della matrice da cui proviene. Piuttosto taciturne, le persone appartenenti a questo albero hanno un carattere imprevedibile che cambia in funzione dello scopo che si propongono di perseguire.
Molto coraggioso, il Pino sopporta dignitosamente le avversità; il suo gusto per il rischio, unito a una grande audacia fanno di lui un essere che va avanti e brucia le tappe. Può emergere in tutti i campi.
È forte e non si lascia abbattere, riuscendo a cavarsela dalle situazioni più spinose senza lasciarci troppo le penne. «Amante della casa, dei bei mobili e degli oggetti preziosi e dotato di un grande gusto per l’arredamento, vive spesso in un ambiente molto gradevole, senza il quale non riuscirebbe ad esprimersi in modo compiuto. Del resto, sapendo quello che vuole, non accettando la vita come viene ma adattandola alle sue necessità, è difficile che non riesca a crearsi l’ambiente confortevole cui aspira. Il Pino è dotato di un’intelligenza lucida e organizzata. Un filosofo che rimette sempre in discussione la sua filosofia, un uomo di diritto che non ha vergogna delle proprie opinioni, un gran signore senza complessi di colpa». È anche un abile organizzatore, in quanto compie tutti gli sforzi che ritiene necessari per raggiungere il suo fine.
Per quanto riguarda le amicizie, le persone che appartengono al pino sono piene di risorse e di ingegno, riuscendo a trovare il modo per trasformare le situazioni più pesanti in occasioni per divertirsi e
soddisfare piaceri fuori dal comune. tutti le apprezzano perché sono sempre se stessi, a proprio agio nella vita. Riescono a sollevare gli amici dalle loro difficoltà perché non si fanno coinvolgere, restando calmi e non drammatizzando. Molto affiatata l’amicizia con l’Abete, con il quale trae vantaggio anche dalle situazioni più complesse.
Molto buoni anche i rapporti di amicizia con le persone appartenenti al Noce, in quanto condividono la ricerca del piacere. Il settore sentimentale interessa molto le persone appartenenti al Pino, in quanto
hanno un’indole molto passionale che si infiamma molto facilmente.
Non sapendo cosa significa la fedeltà monogamica, nel corso della vita il Pino ha numerose avventure amorose, perché l’unico modo di liberarsi di un desiderio è quello di cedere e di realizzarlo. Molto buona l’intesa con le persone appartenenti al Melo le quali, essendo molto sensuali e grandi amatori, hanno molta ammirazione e apprezzamento per il Pino. Le loro avventure possono anche concludersi con il matrimonio, dato che l’immaginazione può permettergli di andare d’accordo per creare una vita amorosa sempre diversa e piena di imprevisti.
Molto positiva anche l’unione con l’Abete in quanto è capace di avere una vita affettiva intensa e movimentata.

Pino marittimo (Pinus pinaster Aiton)
Tra le tante specie del genere Pinus (circa 90) presenti nell’emisfero nord, è stato preso in considerazione il Pino marittimo. È un albero sempreverde che raggiunge i 35 m di altezza.
L’areale di distribuzione del Pino marittimo, relativamente limitata, si estende nelle regioni mediterranee occidentali: nella Penisola Iberica, in Francia meridionale, dalla Corsica fino alle coste nord atlantiche, in Italia nelle coste liguri, tosco-emiliane e nella Sardegna settentrionale, dove è spontaneo in Gallura. Specie molto utilizzata negli interventi forestali, si è acclimatata su un areale molto più ampio di quello originario. Preferisce vegetare su suoli sciolti, acidi, ben areati e in particolare su sabbie litoranee. tra gli altri pini mediterranei è quello che resiste maggiormente al freddo, infatti vegeta fino agli 800 metri di altitudine.
È una specie termofila1, eliofila2 e xerofila3, gradisce i climi oceanici, sopporta i venti marini e resiste di conseguenza alla salsedine.
Gli incendi frequenti che si verificano nelle pinete stimolano la specie a ricolonizzare in fretta le aree bruciate. È un albero con una longevità di 150, massimo 200 anni. Il pino marittimo ha radici robuste e
sviluppate, il fusto tende a crescere curvo ed è rivestito da una corteccia di colore rosso vinoso all’interno, rosso-violaceo all’esterno, costituita da placche che si distaccano facilmente. La chioma negli esemplari giovani è conica e regolare, gradualmente diventa piramidale di colore verde scuro. Gli aghi si trovano a gruppi di due, appaiati e avvolti alla base da una guaina sottile e rigida; possono essere lunghi 15-20 cm, hanno una colorazione verde scuro, sono robusti, leggermente incurvati
e pungenti.
Il pino fiorisce alla fine di maggio: le infiorescenze4 maschili sono gialle, quelle femminili sono rosse e lunghe circa 2 cm. I coni chiamati anche strobili si trovano a gruppi di 2 o 3 subsessili non resinosi, leggermente asimmetrici con una lunghezza pari a 15-20 cm circa, di colore bruno lucente. È una specie che ha una capacità nettarifera scarsa. Il pino, essendo un albero sempreverde, nell’antichità era considerato dagli uomini, simbolo di immortalità ed eternità e veniva associato a divinità buone come Rea, la Grande Madre, grazie al profumo balsamico della pianta. Infatti, nell’antica Roma si svolgeva una festa dal 15 al 28 marzo in onore del Pino e, alla fine della celebrazione, il taglio di alcuni
pini simboleggiava il ricongiungimento con La Grande Madre.
L’albero di Pino è legato alla tradizione cristiana da una leggenda molto suggestiva, secondo cui Abramo consigliò ad un uomo peccaminoso di piantare tre tizzoni di legno e prendersene cura in modo da scontare le sue colpe. Questi tizzoni diventarono un cedro, un cipresso e un pino con i tronchi attorcigliati tra loro e le radici separate. Grazie a questa unione i tre alberi divennero la rappresentazione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Un bel giorno Salomone per costruire un
tempio decise di tagliare il legno di quell’albero, ma non riuscì a segarlo perché era molto resistente, allora decise di utilizzarlo come panca. La Regina Saba, in visita al tempio, ebbe un mancamento perché riuscì a prevedere che quel legno in futuro sarebbe stato utilizzato per costruire la croce di Gesù Cristo e rifiutò di sedersi. Salomone, assistendo a questa profezia decise di mettere la panca su un piedistallo e la decorò con 30 corone che verranno usate successivamente per il pagamento del
tradimento di Giuda.
Il Pino è simbolo di purezza e di immortalità anche grazie alla resina, che una volta estratta assume un aspetto trasparente paragonabile al colore del Sole. La resina oltre a rappresentare un simbolo è un’importante materia prima che si estrae da Aprile ad Ottobre dalle base del tronco con una incisione. Dalla fusione e filtraggio si ottiene la trementina, molto conosciuta in Francia; invece dalla distillazione si ricavano la pece dura, quella molle e anche oli essenziali. La pece era utilizzata per catramare le navi, mentre sotto forma di olio veniva utilizzata come medicinale cicatrizzante.
La resina, inoltre ha un forte potere antisettico e battericida.
Come detto in precedenza, il Pino ha un buon profumo balsamico, per questo è utile per i problemi di petto e naso. Svolge anche azione diuretica e vasocostrittrice. Al di là delle funzioni medicinali, la resina è anche un buon solvente per le vernici e viene aggiunta alla carta per non far colare l’inchiostro. Il legno, essendo molto resinoso e tenero, viene utilizzato nei cantieri navali, per costruire traverse ferroviarie, per produrre cellulosa e pali telegrafici. Dal punto di vista forestale le piante sono molto importanti per consolidare litorali sabbiosi.


1 Specie tipica dei climi caldi.
2 Specie che vegeta solo in condizioni di piena illuminazione.
3 Specie che tollera prolungati periodi di aridità.
4 Sistema di ramificazioni che portano fiori e, spesso, brattee.

Tratto da Alberologia www.alberologia.it di Antonio de Bona.


martedì 9 febbraio 2016

Auguri di buon compleanno a tutte le persone nate oggi….
da condividere con amici e amiche nati dal 9 al 19 Febbraio (periodo di buio)
L’oroscopo degli Alberi
Tratto da ALBEROLOGIA di Antonio de Bona

www.alberologia.it

Il Bagolaro è l’albero con il cui legno Esus, il dio boscaiolo dal carattere buono che esaudisce tutti i desideri, ha costruito un aratro da donare a Artorix, iniziatore dell’agricoltura e istitutore dell’arte
del nutrimento coltivando la Madre terra, per permettergli di coltivare cereali.
Le persone nate sotto questo albero sono inflessibili, resistenti e perseveranti, che sanno quello che fanno e perché lo fanno. Considerano il lavoro il sostentamento della loro vita, della salute e delle gioie terrene e hanno un profondo senso della misura, della conservazione e anche del sacrificio. Non fanno spese per cose futili, ma considerano ogni cosa un investimento nell’ottica del rendimento e del profitto.
Elaborano molti piani e rispettano le leggi della natura. A volte possono apparire taciturne ed essere estremamente testarde, ma sono molto affidabili ed anche generose. Sono molto metodiche e
dotate di una mentalità molto pratica, ma un po’ ristretta, in quanto il loro modo di ragionare si limita all’ottenimento di risultati immediati.
Valutano esseri, situazioni e cose troppo da vicino, perdendo la visione d’insieme col rischio di commettere errori a volte difficili da correggere. Le amicizie del Bagolaro si basano sulla fedeltà e la solidarietà e una stretta di mano ha più valore di qualsiasi promessa o contratto al mondo. Per lui, la parola data è più impegnativa che qualsiasi firma e i rapporti tra gli esseri umani e non umani (animali, piante, terra, cielo, tempo) sono fondamentali. Molto buona è l’amicizia stretta con persone del faggio, nonostante la loro instabilità, perché come lui sono amiche della natura e, quindi, si completano arricchendosi reciprocamente. Proficue anche le amicizie strette con le persone appartenenti al melo, in quanto con queste può condividere le gioie terrene e la ricerca del costante miglioramento delle condizioni di vita. Ottime le amicizie con il cipresso con il quale il Bagolaro potrà compiere grandi
cose. Per quanto riguarda la vita sentimentale, le persone appartenenti al Bagolaro si pongono come obiettivo la formazione di una famiglia. Buona l’intesa con le persone appartenenti all’albero del pino con il quale vivranno un’unione nella quale ognuno svolgerà tranquillamente le proprie attività quotidiane e i figli saranno una bella cosa da godersi. Anche con le persone del noce, che adorano procreare, le unioni possono rivelarsi molto positive. Molto buone anche le unioni con persone appartenenti al cipresso che, essendo amanti della natura, saranno buoni partner con i quali formare una famiglia.

Bagolaro (Celtis australis L.)

Il bagolaro può raggiungere i 15-20 metri di altezza. Il suo areale di origine si estende dal bacino del Mediterraneo fino all’Asia occidentale, in particolare dalla Spagna meridionale e dall’Africa Settentrionale, attraverso l’Italia, la Grecia, fino all’Asia Minore e al Caucaso. Fa parte della famiglia delle Ulmaceae e nel suo genere Celtis si contano circa 70 specie presenti nelle regioni temperate e tropicali del vecchio e del nuovo mondo.
È una specie xerofila1, eliofila2 e per questo predilige stazioni esposte e soleggiate con suoli primitivi, aridi, calcari e molto rocciosi. Può vegetare nei boschi “termofila”, consociato con roverella, carpino nero e orniello. È una specie che vive spontaneamente fino a 600 metri di quota. Il bagolaro si accresce abbastanza velocemente ed è anche longevo, può raggiungere età comprese tra i 300-500 anni. Presenta delle radici robuste che gli consentono di sgretolare le rocce, da qui il nome Spaccasassi. Il fusto è diritto e si allarga alla base con il passare degli anni, è rivestito da una corteccia liscia grigio-cenere. La chioma è ampia, globosa ed espansa, di colore verde chiaro. Le foglie sono semplici, decidue, alterne, brevemente spicciolate, seghettate, acute ai margini. La pagina superiore si presenta verde scuro, ruvida al tatto, la pagina inferiore si presenta verde-grigiastra e pubescente3. È una specie che fiorisce tra aprile e maggio. I fiori femminili sono quelli che danno luogo ai frutti che non sono altro che delle drupe sferiche, lunghe fino a 12 mm, peduncolate e che, a maturità, assumono una colorazione bruno-nerastra. È una specie abbondantemente bottinata dalle api. Sono diversi i nomi che vengono attribuiti a questo albero: Spaccasassi, Arcidiavolo, Albero dei rosari ed infine il nome più comune il Bagolaro. In precedenza abbiamo già spiegato perché prende il nome di Spaccasassi, ora invece, spiegheremo brevemente il perché degli altri nomi. Il nome Arcidiavolo deriva da una leggenda molto curiosa. Pare che Lucifero abbia trascinato l’albero con sé durante la caduta sulla terra e nell’aggrapparvisi con i suoi artigli lo segnò per sempre. Infatti, le foglie presero la forma degli artigli. Il nome Albero dei rosari deriva dal fatto che i semi del frutto della pianta venivano usati per fare i grani del rosario.
Secondo una tradizione popolare, questo albero prende il nome di Bagolaro perché la sera ospita molti uccelli attratti dai suoi frutti appetitosi che lo rendono molto rumoroso. Il fatto che il bagolaro venga
utilizzato come pianta ornamentale o per alberature stradali non è per niente una novità, infatti già gli antichi romani avevano apprezzato il valore ornamentale del bagolaro. Anche Napoleone, durante la prigionia sull’Isola d’Elba, fece piantare nel suo giardino un bagolaro, forse per ricordare la sua Corsica, terra in cui questo albero cresce numeroso e spontaneo. Spesso viene coltivato per rimboschire pendici aride e sassose. Grazie al suo legno compatto, tenace, resistente e flessibile, gli usi di questa pianta sono molteplici. Ad esempio, in toscana e Sicilia il bagolaro era piantato per poi essere tagliato e cimato per ottenere pali di sostegno per la vite. Grazie alla sua elasticità, dal legno si ricavano fruste per l’ippica e canne da pesca. In più si realizzavano bastoni da passeggio, cerchioni di ruote, forconi e remi. Il legno è anche apprezzato per la produzione di carbone. Sono utilizzabili anche la corteccia e le radici, dalle quali si estrae una sostanza gialla per tingere la seta e per conciare le pelli.
Il frutto, anche se ha poca polpa, è appetitoso per gli uccelli, ma anche per l’uomo perché ha un sapore dolciastro con proprietà astringenti. Inoltre, i semi hanno un endosperma oleoso, infatti dalla spremitura
si ottiene un olio dolce paragonabile a quello di mandorla. Del bagolaro vengono usate in dendroterapia soprattutto le foglie proprio per il loro alto contenuto di tannini e mucillaggini. Infatti questi hanno
un buon potere astringente, rinfrescante e lenitivo, e si utilizzano efficacemente nei casi di diarree, enteriti ed anche per curare leggeri infezioni intestinali. Queste proprietà risultano utili anche per mitigare le infiammazioni del cavo orale e della gola, tra cui gengiviti e faringiti.

1 Specie che tollera prolungati periodi di aridità.
2 Specie che vegetano solo in condizioni di piena illuminazione.
3 Ricoperta da una peluria densa e sottile.


giovedì 4 febbraio 2016

Da condividere con amici e amiche nati dal 4 all’8 Febbraio (periodo di buio)
Per ricordarsi delle persone che compiono gli anni in questo periodo.
L’oroscopo degli Alberi
Tratto da
ALBEROLOGIA di Antonio de Bona


Il Pioppo è l’albero dal cui legno è stata ricavata la clava di Ogmios, figlio di Dis, il dio padre degli dei e degli uomini. Narra la mitologia celtica che Dis, dopo aver a lungo meditato, prese la decisione di generare con una donna mortale un figlio capace di superare prove incredibili, così da conquistarsi il rango degli dei, divenendo immortale e protettore di dei e uomini.
Dopo aver scelto con cura la donna che avrebbe potuto generarlo, si unì a lei per trentasei ore, assumendo le sembianze del suo legittimo sposo. Da questa unione nacque Ogmioss che iniziò subito a parlare, inventando l’antica scrittura celtica, denominata ancora oggi Ogam.
Successivamente, al pari dell’Eracle/Ercole della tradizione classica ellenico-romana, eseguì i famosi dodici lavori che lo resero un eroe immortale.
Il pioppo è una pianta che cresce alta verso il cielo e questo ascendere verso l’alto ricorda Ogmios, l’eroe capace di diventare immortale con la propria forza in virtù di un’indomita e tenace volontà.
Le persone nate sotto questo albero sono pieni di volontà e perseveranza inflessibili e non rinunciano ad affrontare una prova, un’azione o un combattimento. Amano e ricercano le prove più difficili, la realizzazione dei propri obiettivi è prioritaria in tutti i rapporti. Chi è nato sotto questo albero quando si mostra in società viene notato perché ha una personalità affascinante che sembra guardare sempre altrove verso un orizzonte lontano dalle abituali preoccupazioni degli uomini.
Non ama essere disturbato o essere in ritardo e ogni suo desiderio diviene una sorta di ordine da realizzare immediatamente. Nonostante l’apparenza, è in realtà molto sensibile, ma non lo dimostra in quanto svela raramente i propri sentimenti. Molto coraggioso e orgoglioso, non sembra quasi mai agitato. Soffre in silenzio per le più piccole cose e tutto può ferirlo. Poco materialista, spesso bohémien, è tuttavia abilissimo nel guadagnare denaro, ma non è avido. Molto organizzato, pensa sempre al suo avvenire. Il suo spirito di indipendenza gli farà sopportare solo le costrizioni che sarà stato lui a crearsi. Attraente, bello da giovane, il Pioppo in molti casi invecchia male in quanto tende col tempo a lasciarsi andare. La sua intelligenza è sottile, ma la sua lucidità e il suo senso critico possono soffocare le sue aspirazioni ostacolandone la realizzazione.
Per quanto riguarda le amicizie è molto importante che si circondi di persone piene di entusiasmo. In generale, i rapporti di amicizia sono sempre legati alla realizzazione dei propri progetti. Spesso si trova a ricoprire il ruolo del fratello maggiore o del protettore, ricevendone riconoscenza. Molto buona è l’amicizia con persone del tiglio con le quali potrà condividere interessi e sulle quali veramente potrà contare.
Per quanto riguarda la vita sentimentale, le persone appartenenti al Pioppo necessitano di avere un partner intelligente e sensibile che non sia troppo esigente in amore e che si accontenti anche nei periodi di riposo del guerriero. Molto fedele, anche se arriva a non stimare più il partner, non divorzia perché non si aspetta di trovare di meglio. Molto buona l’intesa con i nati del salice con i quali instaurare un rapporto competitivo e molto stimolante. Più problematici i rapporti sentimentali
con quelli del frassino e del fico.

Pioppo tremulo (Populus tremula L.)

Albero alto fino a 20 m, facilmente pollonante, dalla chioma piramidale-allungata, verde chiaro. Il tronco diritto o sinuoso presenta una scorza sottile, liscia, verdognola, che con l’età si ispessisce, diventa grigiastra e si screpola abbondantemente. Le foglie decidue, alterne, glabre sulle due facce, presentano un lungo picciolo caratteristicamente appiattito in senso verticale e una lamina tondeggiante, a volte più larga che lunga, con base arrotondata o cuoriforme e margine ottusamente dentato o sinuato. La pagina superiore è verde vivo, sublucida, quella inferiore leggermente più chiara e opaca. Le foglie turionali si presentano completamente differenti: tormentose, grigio-verdastre, ovato-triangolari e subcordate, con margine quasi intero.
Fiori unisessuali in amenti lunghi fino a 12 cm; il frutto è una capsula oblungo-piriforme, che si apre in due valve e libera una massa cotonosa di semi minutissimi. Vive nei boschi e nelle boscaglie, la durata della sua vita si aggira mediamente intorno ai 70-80 anni. Specie frugale
e pioniera che caratterizza le boscaglie su suoli poveri, preferibilmente acidi, tra il livello del mare e 2000 m di quota. È una specie mellifera dalla proprietà nettarifera elevata. Il suo areale va dalla Scandinavia e dalla penisola iberica e il Nord-Africa alla Siberia orientale. Comune in Italia. Presente nel parco di Gallipoli all’ “Acqua del tremolo”, il turista o viandante vi si può dissetare ad una freschissima sorgente.
Per il suo comportamento pioniero è utile nella riforestazione naturale di pendici franose; inoltre è specie di interesse ornamentale, grazie soprattutto alle foglie tremule.
Populus tremula il suo nome scientifico; appartiene alla famiglia delle Salicaceae e dunque tutti i salici sono suoi parenti. A questo genere sono ascritte circa 40 specie proprie delle zone temperate dell’emisfero boreale. Il pioppo tremolo deve questo nome al tremolio che caratterizza il continuo movimento delle foglie al vento. Questo tremolio è causato dalla forma del picciolo della foglia, che come già accennato, è appiattita lateralmente. Per questa forza occulta il pioppo rappresenta la protezione e col suo legno venivano costruiti gli scudi da portare in battaglia. Si racconta che in Grecia, Leuke, una meravigliosa ninfa, per sfuggire ad Ade, che si era innamorato di lei e la voleva per sé, si trasformò in un pioppo bianco, che il Signore dell’oltretomba portò nel suo mondo e pose accanto alla magica fonte Mnemosine, ovvero la Fonte della Memoria, la cui acqua poteva far accedere i degni defunti all’immortalità.
Nella farmaceutica popolare viene usato per sfruttarne le proprietà diuretiche ed antidolorifiche, ma soprattutto quelle balsamiche. Le gemme in particolare contengono derivati flavonici, olio essenziale e due glucosidi (populina e salicina) che per idrolisi ed ossidazione danno luogo all’acido salicilico. Per questo risultano efficaci contro i dolori reumatici e nevralgici. In infuso si ottiene un buon espettorante, emolliente e calmante della tosse; può essere d’aiuto nel trattamento delle
bronchiti croniche. Si ottiene anche un unguento detto ‘populeo’ dalla macerazione delle gemme in glicerina, molto utile per frizioni balsamiche o inalazioni. Questo unguento trova numerose applicazioni per l’uso esterno, essendo un buon antisettico ed astringente. Era utilizzato
per calmare i dolori delle emorroidi, per disinfettare ferite, piaghe e ustioni e per smorzare il bruciore in molte dermatosi.
Le persone che soffrono di allergie, imprecano contro queste specie per i fastidi e le irritazioni che ne ricevono. In primavera, infatti, liberano nell’aria un abbondante lanuggine bianca: il pappo. Esso porta lontano i semi ed è formato da fibre di cotone puro; più volte si è tentato di utilizzarlo industrialmente ma fino ad ora tutti i tentativi sono stati vani. La sua corteccia in decotto o infusione, è febbrifuga e sedativa dei dolori muscolari ed articolazioni per la presenza dei precursori

dell’acido salicilico. Seccata e ridotta in polvere era somministrata ai cavalli come vermifugo. Il suo legno usato per pannelli bombati e come supporto all’impiallacciatura, è tipico dei fiammiferi svedesi. In alcuni paesi del meridione d’Italia, in cui si crede tutt’ora agli stregoni, si usa portare addosso un piccolo sacchetto di stoffa con dentro foglie secche di pioppo tremolo: in tal modo nessuna fattura o malocchio può sortire il proprio effetto.